Quando i padri sono assenti, i figli pigliano una brutta strada. Invece il padre di Mino c’è, e pure troppo. Contrabbandiere di sigarette, beve e mena. E qualche volta fa anche di peggio, con Mino, in camera da letto. Così Mino finisce in comunità, poi affidato a una coppia per bene, di brave persone, per tentare di farlo rientrare nel modello "tutto casa e lavoro"... Però il padre degenere continua a rimanergli nel cuore, mentre le brave persone non riescono a entrarci, in quel cuore... E intorno, nel frattempo, che succede? Intorno succede che c’è una Puglia per cui l’aggettivo degradata è un eufemismo, una terra preda dei clan malavitosi con le mani in pasta ovunque, qui l’amico onorevole “che sta alla Regione”, là il poliziotto colluso, una mano che lava quel che l’altra sporca. e per dirimere i contrasti, gestire i "rapporti di lavoro", trattare con la concorrenza, pistole e mitra, con preferenza per il Kalashnikov... In un simile contesto, un ragazzo sveglio come Mino fa in fretta a fare due più due, con l’amico Teodoro a fare da mentore: soldi facili, macchine rombanti, musica a tutto volume, ragazze sorridenti... Si fa presto a fare carriera, basta avere palle e buona mira. L'intimidazione, la droga, l’assalto al blindato, l’omicidio. Certo, c’è Maria, bella e pulita, ma i suoi non vogliono che veda Mino. certo, c’è don Paolo, prete scomodo e inviso a una curia accomodante con certi poteri, che vorrebbe fare qualcosa per aiutarlo, ma è troppo invischiato nella sua storia d’amore proibito, diviso tra Dio e la carne. Inutile sperare che le cose vadano diversamente da come sono sempre andate...
Un romanzo secco e nervoso, esordio davvero degno di nota del quarantenne Osvaldo Capraro, che tinge la penna nell'inchiostro noir dell’amarezza, tratteggiando con mano sicura e partecipe le vite sghembe dei suoi personaggi di poche speranze. Nuovo e promettente epigono di talento del noir mediterraneo "tendenza Carlotto" (lo so che è brutto catalogare così, ma almeno ci capiamo al volo). Né padri né figli, nella piccola folla di protagonisti, comprimari e semplici comparse; solo vittime. E relativi, di rado involontari, carnefici.
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