Conto alla rovescia è il primo dei titoli della serie di romanzi apocrifi firmati da Raymond Benson che la casa editrice milanese dedicherà a quello che, nell’immaginario collettivo di più generazioni, si è impresso come l’agente segreto per antonomasia.
Potrà sembrarvi strano, visto che stiamo parlando di un britannico D.O.C. come James Bond, ma Raymond Benson è un narratore americano: è nato nel Texas e risiede nei dintorni di Chicago.
Tra i libri che Benson ha scritto troviamo 6 romanzi della serie 007 (più 3 novelizations dei film interpretati da Pierce Brosnan) e il saggio The James Bond Besides Companion, che gli appassionati giudicano come una delle migliori opere biografico/critiche su James Bond e il suo mondo, arrivato finalista in una delle passate edizioni del prestigioso Edgar Allan Poe Award.
Di questo autore, Alácran ha già pubblicato qualche mese fa il romanzo Prima del buio.
In questi giorni, Raymond Benson sarà in Italia per il tour promozionale di Conto alla rovescia, che toccherà Napoli, Roma, Firenze, Bologna e Milano. Sarà inoltre ospite al Courmayeur Noir in Festival 2005.
Queste sono le sette… - pardon! - le 007 domande che ho scelto per lui.
001 Qual è il segreto che ha reso Bond la spia per eccellenza (al punto che 007 è un sinonimo da decenni comunemente usato per indicare un agente segreto), trasformandolo in un mito che sopravvive (narrativamente e cinematograficamente) a distanza di cinquant’anni dalla sua nascita?
Credo che molto del successo abbia a che vedere con il decennio degli anni Sessanta. Anche se Bond esisteva nei romanzi già dagli anni Cinquanta, a quei tempi la sua popolarità era limitata all’Inghilterra. Fu solo con il successo dei film, nei primi anni Sessanta, che ebbe luogo lo “spy boom” nel mondo del’entertainent. In quel decennio tutto quello che veniva dall’Inghilterra era considerato cool: c’erano i Beatles, la Swinging London e James Bond. 007 era il più grande e il migliore e tra gli agenti segreti, ma da lui nacquero L’uomo dell’UNCLE, Partita a due, Agente speciale, Matt Helm, Modesty Blaise… persino Get Smart. Lo dico perché senza questa combinazione di eventi, James Bond non sarebbe durato. In aggiunta a questo cocktail, c’era il fatto che la serie cinematografica di 007, popolarissima, fu il “blockbuster” del decennio. I film di Bond della EON si sono mantenuti prodotti di qualità, il che ha fatto sì che la serie proseguisse. Quanto ai libri… dalla morte di Fleming hanno servito un mercato di nicchia rappresentato dai fan, una nicchia molto leale.
002 Può indicarci le principali differenze e analogie tra il “suo” Bond, quello del suo creatore Ian Fleming, quelli di Robert Markham (pseudonimo di Kingsley Amis) e di John Gardner (che la hanno preceduta come narratori delle gesta narrative del Nostro), e poi anche rispetto alle varie interpretazioni che 007 ha avuto sul grande schermo?
Il Bond del cinema è piuttosto diverso da quello letterario. Lo 007 di Fleming è un individuo pensoso, molto serio, freddo, spietato, non esattamente una persona che vorresti avere per amico. Quello dei film, tuttavia, è spiritoso, sofisticato affascinante… ma non meno pericoloso. Kingsley Amis alias Robert Markham scrisse un bel pastiche alla Fleming con il suo unico romanzo dedicato a Bond. John Gardner portò avanti il personaggio, creando alcune trame e storie interessanti, ma molti fan avevano la sensazione che il personaggio non si mantenesse autenticamente fedele al Bond di Fleming. Io ho cercato di riportare in vita i vizi e la serietà del Bond di Ian Fleming, ma gli eredi dei diritti letterari del personaggio mi chiesero di inserirlo in un contesto più “cinematografico”, In altre parole, il mio compito era combinare il personaggio letterario con l’universo cinematografico di 007, perché il pubblico odierno si aspettava un approccio più filmico alle storie di Bond.
003 Mi sembra che lei abbia cercato di far rivivere molte delle caratteristiche umane del personaggio originale, filtrandolo attraverso quelle esperienze cinematografiche che – ammettiamolo senza pudore! – hanno conquistato la maggior parte di noi prima ancora (in ordine di tempo) delle pagine di Fleming. C’è poi, sicuramente, anche un suo tocco personale. Di certo, 007 non è più il Bond nettamente schierato, parto della “cortina di ferro”. Lo si intuisce per esempio dalle pagine di Conto alla rovescia. O mi sbaglio?
Ha ragione. Come ho detto, ho intenzionalmente miscelato col Bond letterario quello del cinema. Ritengo però che il mio Bond sia chiaramente “da una parte”. È ancora patriottico eccetera, ma non esita a fare tutto ciò che è necessario per raggiungere il proprio obiettivo. Anche a costo di stringere alleanza con il leader della Triade in Conto alla rovescia. C’è però un precedente in Fleming: Bond strinse alleanza con il capo dell’Unione Corsa, Marc-Ange Draco, in Al servizio segreto di Sua Maestà.
004 Quanto è difficile, e quanto facile, “ereditare” un personaggio, soprattutto se così famoso?
Per me non c’è stata alcuna difficoltà, perché sono cresciuto con Bond. Conoscevo il personaggio dentro e fuori. Avevo una completa familiarità con i libri e i film. Non ho dovuto fare sforzi per imparare a muovermi nel suo universo. Bond era già una parte di me e mi sono trovato a mio agio nel mio compito.
005 Ora, una domanda che proprio sulle pagine di questa mia rubrica (Spie nel mirino) ho puntualmente fatto ai suoi colleghi italiani che si dedicano con passione e professionalità alla narrativa spionistica: qual è la ricetta giusta per ideare un personaggio seriale efficace e, sperabilmente (be', un po’ di fortuna ci vuole comunque, no?..), di successo?
Nel mondo dell’editoria oggigiorno, quantomeno in America, non basta il talento (non serve dire che ci vuole anche quello, naturalmente), ma decisamente anche la fortuna. È importante trovarsi nel posto giusto con il manoscritto giusto al momento giusto. Gli agenti leggono centinaia di manoscritti alla settimana –e oggi è necessario un agente per presentarsi agli editori. Se capiti dal tale agente in una brutta giornata in cui non è interessato alla spy story, fai un buco nell’acqua. Devi catturare l’agente fin dalle prime frasi, in modo che lui o lei continui a leggere. Altrimenti il tuo libro finisce nel mucchio dei manoscritti rifiutati. E anche quando ti sei assicurato un agente, devi prendere l’editor in una buona giornata con il manoscritto giusto. E anche se a quell’editor il libro piace, lui o lei deve convincerne il grande capo della casa editrice, così come quelli del marketing e delle vendite. Chiamano quelle riunioni “meeting della scure”, perché il loro obiettivo è realmente fare a pezzi il manoscritto a colpi di scure! Vogliono pubblicare solo un certo numero di libri l’anno e ne ricevono troppi! Quindi le probabilità sono contro noi scrittori fin dal principio. Ora, per rispondere direttamente alla tua domanda sulla narrativa di spionaggio… non esiste una ricetta. Fleming poteva avere una “formula” riconoscibile, ma gli ingredienti devono sempre essere freschi e originali.
006 Nei suoi romanzi, ha mai portato James Bond in Italia?
No, non l’ho portato in Italia. La ragione è che John Gardner lo aveva già fatto almeno un paio di volte. Ero in cerca di luoghi in cui Bond fosse andato di rado, come la Spagna, Cipro, il Marocco o il Nepal. È possibile che il mio prossimo romanzo della serie Tom Clancy’s Spinter Cell, che firmo sotto lo pseudonimo di David Michaels, veda il protagonista, Sam Fisher, in azione in Italia!
007 buone ragioni per comprare e leggere Conto alla rovescia...
Per questa risposta passo la parola al mio editore…
Andrea Carlo Cappi: Mi intrometto a nome di Alacrán Edizioni, come editore e traduttore italiano del romanzo. Ecco le… 007 ottime ragioni:
1- E’ un gran bel romanzo di avventure esotiche, come li scriveva un tempo Emilio Salgari, con la differenza che siamo ai tempi moderni… Del resto quando Salgari parlava del Mahdi o della Malesia, raccontava storie dei suoi tempi, proprio come i migliori autori di spy story odierni.
2- Il protagonista è il “vero” James Bond, con i suoi tormenti, la sua tenacia nel resistere a ogni prova e il suo coraggio: non quindi un superuomo-manichino ma un eroe umano e fallibile, che soffre sempre qualche drammatica sconfitta e, addirittura, un’atroce tortura, ma non per questo è disposto ad arrendersi.
3- La ricostruzione degli ambienti, come sempre nei romanzi di Benson, è impeccabile: la Hong Kong che viene raccontata non è una città da cartolina ma un luogo vivo e pulsante.
4- I retroscena della trama sono affascinanti: in questo libro ho scoperto le vere motivazioni del passaggio di Hong Kong dal governo inglese alla Cina Popolare e alcuni aspetti oscuri della Storia che vanno sotto il nome di Guerre dell’Oppio.
5- Ci sono tutti gli ingredienti di una vera avventura di 007, dai vizi del protagonista all’azione, al “conto alla rovescia” che dà il titolo al libro… senza che il lettore abbia la sensazione di leggere una banale novelization di una sceneggiatura… Del resto Benson è riuscito a trasformare persino alcune novelization in romanzi veri.
6- Ci sono alcuni dei più clamorosi colpi di scena che abbia mai trovato in un thriller… ma di questi non posso parlare per non rovinare il piacere ai lettori.
7- Si assiste infine alla nascita letteraria di un grande scrittore di thriller, qui al suo primo romanzo (ma non certo alla sua prima prova come autore) che prelude non solo alle successive avventure di 007 firmate da Benson, ma anche ai suoi noir, completamente diversi per spirito, stile e ambientazioni (la New York di Prima del buio, il Texas di Le ore del male, rispettivamente già edito e in uscita da Alacrán) ma frutto di una pari capacità di costruire trame, personaggi ed emozioni. Non c’è da stupirsi se gli sceneggiatori degli ultimi film di 007 si sono ispirati al nuovo corso dato da Benson (pur non arrivando alla sua altezza) e se i suoi primi due romanzi senza 007 sono già stati acquistati da Hollywood per un adattamento cinematografico.
OK, mi sento appagato dalle risposte, anche se un po’ mi pento di aver fatto solo 007 domande…
Non mi resta che salutare e ringraziare Raymond Benson per la sua disponibilità. Grazie anche ad Andrea Carlo Cappi, che, non dimentichiamolo, è a sua volta un esperto di James Bond. Vi segnalo a tal proposito il suo saggio a quattro mani, con Edward Coffrini Dell’Orto: Mondo Bond.
Lunga vita a 007.
Non sempre si vive solo due volte…
BIBLIOGRAFIA DI RAYMOND BENSON
Romanzi
EVIL HOURS (2001; revised edition 2004)
FACE BLIND (2003)
TOM CLANCY'S SPLINTER CELL (2004; Raymond writing as "David Michaels")
TOM CLANCY'S SPLINTER CELL--OPERATION BARRACUDA (coming Nov. 2005; Raymond writing as "David Michaels")
SWEETIE'S DIAMONDS (coming Feb. 2006)
Romanzi con 007
ZERO MINUS TEN (1997)
THE FACTS OF DEATH (1998)
HIGH TIME TO KILL (1999)
DOUBLESHOT (2000)
NEVER DREAM OF DYING (2001)
THE MAN WITH THE RED TATTOO (2002)
Novelizations di Film di 007
(basati sulle rispettive sceneggiature)
TOMORROW NEVER DIES (1997)
THE WORLD IS NOT ENOUGH (1999)
DIE ANOTHER DAY (2002)
Racconti con 007
BLAST FROM THE PAST (1997)
MIDSUMMER NIGHT'S DOOM (1999)
LIVE AT FIVE (1999)
Other Short Stories
ANOTHER ROCK 'N' ROLL HIT (verrà pubblicato nel 2006 nell’antologia THESE GUNS FOR HIRE)
Saggistica
THE JAMES BOND BEDSIDE COMPANION (1984; revised 1988)
THE POCKET ESSENTIAL GUIDE TO JETHRO TULL (2002)
LINK UTILI:
Sito dell’Autore: http://www.raymondbenson.com/
Sito di Alacran: http://www.alacranedizioni.it/
Recensione di Conto alla rovescia su TM: http://www.thrillermagazine.it/libri/2103
Il tour italiano di Raymond Benson: http://www.thrillermagazine.it/notizie/1885/
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