Sabato, 29 ottobre 2005Siamo all’interno del teatro cinquecentesco del chiostro di San Salvatore, a Bologna. Una cornice suggestiva, mentre l’atmosfera si “surriscalda” .
Sul podio, con Luca Crovi, in diretta a Tutti i colori del giallo su Rai Radio2, i 5 finalisti del Premio Fedeli. Con loro, anche l’attore Gianni Gavina, il “volto televisivo” del sergente Sarti Antonio. Nessuno conosce il nome del vincitore. Ascoltiamo i giudizi espressi dalla giuria, nella lettura concitata di Luca Crovi.
Loriano Macchiavelli e SandroToni, Sarti Antonio e l’assassino, Mondadori, 2004
“Il sergente Sarti Antonio è un vecchio amico, che torna per merito, questa volta, di due autori che sono riusciti ad armonizzarsi perfettamente. Sfigato come sempre e colitico, è un poliziotto perbene, che si sarebbe dimesso da questurino se fosse stato a Genova. La sua casa è il solito porto di mare, di cui tutti hanno la chiave. Ritorna anche Rosas, ormai invecchiato, ma che non rinuncia a intrufolarsi nelle indagini, a volte complicandole.”
Stefano Tura, Arriveranno i fiori del male, Mondadori 2005
“È un romanzo nel quale emerge con molta forza lo stile dell’inviato speciale che conosce profondamente, per averle viste, le vicende del Kosovo, devastato dalla guerra e almeno altrettanto dal dopoguerra. Il libro è un noir per l’ambientazione cruda e per lo sguardo desolato sulla realtà del potere e sulla natura umana, che esprime il peggio di sé nella guerra.”
Gianni Biondillo, Con la morte nel cuore, Guanda, 2005
“È un libro ricchissimo di storie di vita che si intrecciano, attorno a un commissariato che opera in una zona difficile della periferia di Milano. La realtà del lavoro quotidiano dei poliziotti è stata ricostruita con vivacità e verosimiglianza, aspetto questo particolarmente apprezzato dai membri delle forze dell’ordine.”
Andrea Cotti, Un gioco da ragazze, Colorado Noir, 2005
“È un romanzo dallo stile teso e cupo. Un noir molto più che un poliziesco classico, che prende spunto dalla cronaca giudiziaria recente, ma se ne stacca in modo originale. Interessante l’idea del delitto per gioco, sviluppata con il ritmo di una sceneggiatura cinematografica.”
A questo punto, il presidente professore Giliberti annuncia che la giuria ha conferito il premio Fedeli al romanzo di Gianni Biondillo. E aggiunge, a completamento di quanto già letto da Luca Crovi, che “l’ispettore Ferraro, afflitto dal suo cognome che viene sempre storpiato (Ferrara, Ferrari,…), era anche pronto a cambiarlo, il cognome, e non doveva difendere chi sa quale tradizione araldica, ma almeno si mettessero d’accordo su come chiamarlo… manco si chiamasse Shostakovich. Egli è accidioso inadeguato, istintivo, disorganizzato, dimentica sempre di portarsi dietro la pistola; viscerale, ritardatario cronico, intuitivo. Il suo habitat naturale è Quarto Oggiaro, popolato di amici ma anche di implacabili nemici e strani interlocutori. Fra i poliziotti emerge l’ìspettore Lanza, ottimo elemento ma del tutto privo di senso dell’umorismo, che sembra un marziano o un vulcaniano. I personaggi, insomma, sono tutti molto ben caratterizzati. In una parola, indimenticabili, come gli oggetti inanimati che, nel libro, acquistano vita e sentimenti, come la macchinetta del caffè e la sveglia. Lo stile è efficace e divertente, la lingua è vivace e spregiudicata, mescolata con i dialetti (milanese, calabrese e anche albanese). L’intreccio è interessante e mantiene suspance fino alla fine. Il finale non delude e scioglie tutti i nodi della trama, cosa non scontata nel giallo italiano degli ultimi anni.”
Uno scroscio di applausi accoglie il verdetto della giuria.
Al vincitore e ai finalisti i nostri complimenti e auguri. E arrivederci alla prossima edizione del Premio Fedeli.
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