Un nuovo titolo arricchisce la collana Tre – I nuovi gialli, per l’editore Aliberti.
L’ultima volta che sono morto è una storia densa, al limite dell’allucinazione. “Una narrazione intimistica che si apre su risvolti psicologici inquietanti, nella più pura tradizione del noir”, come sostiene Giorgio Faletti; al punto che “con questo romanzo Massimo Cotto entra a pieno titolo nel mondo degli scrittori dall’ingresso principale.”
Strand Hotel, Irlanda.
Venerdì 18 aprile, venerdì santo.
Tre uomini, una pietra ciascuno. Tre sentieri che li hanno condotti alla stessa destinazione. Tre solitudini che si raccontano A fare da collante, “impostare il gioco” e dettare le regole, è Robert. E mentre i racconti procedono e si intrecciano, davanti al mare d’Irlanda, in un presente dilatato, al confine con l’immaginario, cominciano a morire donne. Una per notte. Donne con la lettera M.
E Robert continua a narrare: di Cesco, suo padre, che scoprì l’America da bambino; di Antico, l’uomo che venne dal fiume e nel fiume scomparve; della scoperta del dolore e della morte della madre.
Massimo Cotto vive tra Roma e Milano. Scrittore di musica, direttore artistico di Radio Uno e giornalista, dirige oggi la rivista “Rockstar”. Con il romanzo d’esordio Hobo – una vita fuori giri, ha vinto il Premio Speciale Cesare Pavese, nel 2003.
Pagine 222
Euro 14,00
Aliberti editori, 2005
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