Il numero estivo della rivista trimestrale milanese Hystrio, ricca come sempre di notizie, commenti, recensioni sulla vita artistica teatrale in Italia e al'estero, è caratterizzato da un ampio e splendido dossier di approfondimento incentrato, in occasione del trentesimo anniversario della morte, sulla figura e l'opera di Pier Paolo Pasolini.  Si tratta di un bilancio dell'opera teatrale di uno fra i più acuti e contraddittori intellettuali del secondo dopoguerra. Il dossier, curato da Claudia Cannella, contiene interventi di Stefano Casi, Oliviero Ponte di Pino, Nicola Viesti, Concetta D'Angeli, Irina Possamai, Sandro Bernardi e Fabrizio Caleffi. 

Al centro del dossier, l'attenzione per la produzione teatrale e cinematografica in relazione alla drammaturgia italiana. Il contributo di Stefano Casi, autore de I teatri di Pasolini (Milano, Ubulibri, 2005), sottolinea il carattere di grande utopista del teatro del Novecento attraverso la ricostruzione della carriera artistica e l'analisi del provocatorio Manifesto per un nuovo teatro del 1968. Dopo Goldoni e Pirandello, Pasolini è l'autore italiano più rappresentato ed è entrato nel repertorio di importanti registi. 

L'intervista a Luca Ronconi, che ha firmato la regia di Calderón nel 1978 al Laboratorio di Prato poi ripreso nel 1993 allo Stabile di Torino assieme ad Affabulazione e Pilade, si sofferma sulle caratteristiche della lingua, ''impasto di passionalità e retorica'', e riflette sulla posizione dello scrittore nell'ambito della nascente avanguardia italiana.

La tradizione pasoliniana nel teatro italiano si arricchisce di contributi scenici anche ad opera di Antonio Latella, che ha firmato il maggior numero di allestimenti tra il 2002 e il 2004. lI regista affronta la ricaduta del linguaggio (''le parole sono piaghe, ferite scritte sul corpo'') nell'impianto emotivo ed espressivo degli attori della sua compagnia che si sono confrontanti con Pilade, Porcile e Bestia da stile. Indicativa testimonianza del successo internazionale del teatro pasoliniano è l'intervista a Stanislas Nordey, giovane regista francese che ha firmato gli allestimenti di Bestia da stile, Calderón, Pilade e Porcile.

Nei film di ispirazione teatrale, Pasolini affronta il tema del contrasto tra individuo e collettività, fra realtà e mito, per dimostrare come la ripetizione e la variazione costituiscano costanti proprie del comportamento umano. L'intervento di Sandro Bernardi verifica questa ipotesi in Edipo Re, Porcile, Medea, Che cosa sono le nuvole?, che è un frammento del film Capriccio all'italiana.

Chiude questo ricco dossier ''Pasoliniade'', una antologia critica degli allestimenti più significativi di opere teatrali. Precisamente si tratta di Orgia nella regia di Pasolini nel 1969 e in quella di Andrea Adriatico nel 2004; Affabulazione nell'allestimento di Vittorio Gassman nel 1968; Pilade e Calderón nelle versioni ideate da Luca Ronconi nel 1978 e nel 1993; Bestia da stile secondo Chérif; Porcile curato nel 1994 da Federico Tiezzi; I Turcs tal Friùl rappresentato da Elio De Capitani nel 1995.

Il numero di Hystrio contiene inoltre un testo inedito di Roberto Cavosi, le critiche degli spettacoli della seconda parte della stagione, gli approfondimenti su festival e rassegne estive, sulle novità in scena a Parigi, Londra, Bruxelles e NewYork, sulla nuova danza cinese, sul Teatro dell'Argine, oltre a recensioni di libri e notizie dall'Italia e dall'estero.

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