Come insegna la magnifica Julia Roberts di Erin Brokowich, film tratto da una reale vicenda accaduta negli Stati Uniti, non ci vuole granchè per morire (e male) di cromo esavalente. Anche la legge italiana ne è consapevole, fissando in 5 microgrammi per litro la massima quantità tollerabile della cancerogena sostanza. A Tezze sul Brenta, paesino al confine fra le province di Vicenza e Padova, gli ultimi rilevamenti compiuti nella locale falda acquifera parlano di 20mila microgrammi per litro. Una quantità in grado di scatenare un'autentica ecatombe (Il Giornale di Vicenza del 12 ottobre), estesa al vicino comune di Fontaniva. L'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Padova mira ad accertare se, come molti sostengono, la causa dell'avvelenamento sia da riferire a responsabilità della PM Galvanica, azienda fallita che, quando era in attività, avrebbe ammorbato il sottosuolo con gli scarichi della propria produzione. In attesa di arrivare a una conclusione giudiziaria, Tezze sul Brenta si segnala per un habitat naturale profondamente alterato, dove crescono margherite di proporzioni gigantesche e dove a meno di venti metri dal livello del suolo le rocce sono completamente ingiallite a causa dell'azione prodotta dal cromo. Di quest'ultimo fenomeno raccontano i funzionari dell'Arpav sul Gazzettino del 3 agosto scorso, in occasione dell'impacchettamento dell'intera fabbrica operato dai vigili del fuoco. La misura si è resa necessaria in seguito a una grandinata che, sfondando il tetto della PM Galvanica ha esposto all'effetto della pioggia il pavimento della fabbrica, aggravando l'inquinamento e mettendo fuori uso le pompe del sistema di depurazione.
Oltre che per il cromo, Tezze si segnala per Vomito Street, come è stata ribattezzato viale Brenta, con ogni probabilità la strada più maleodorante d'Italia (Il Gazzettino del 20 agosto). Chi abita in Vomito Street, racconta delle nausee e dei bruciori continui - a volte inediti - provocati dalla concentrazione in pochi metri di una conceria, un deposito di pelli, un allevamento di tacchini e una neonata fabbrica dove si lavorano scarti di carcasse di animali. Forse a causa della consapevolezza di vivere in un paese ai confini con l'Inferno, l'Ufficio Ecologia del Comune fornisce ai cittadini, al costo di 100 euro, un kit completo per la rimozione dell'amianto: tuta, guanti, mascherina, nebulizzatore e incapsulante, con i quali provare l'emozione di fare l'astronauta rimuovendo la copertura in eternit della propria fabbrichetta o abitazione. Dalla vicina Fontaniva non arrivano ancora notizie di iniziative analoghe per debellare le angoscianti quantità di arsenico rilevate nella falda acquifera, così come raccontato dal Gazzettino del 21 agosto.
Di altri odori riferisce Il Giornale di Vicenza del 12 ottobre. Sono quelli provocati dalle ripetute e misteriose espolosioni delle bare del cimitero di Valdagno: tre quelle scoppiate negli ultimi mesi, con conseguente ammorbamento di un'ampia zona riservata ai loculi. L'aria irrespirabile ha costretto il Comune ha vietare l'accesso a questa galleria, in attesa che dai rilevamenti in corso si possa comprendere la causa del fenomeno.
Nella vicina Marostica, dove invece le tombe al momento non puzzano, l'amministrazione si sta prodigando per rendere il più possibile "vivibile", nonchè redditizia, la zona del camposanto. Dopo l'apertura di un attiguo supermarket, è stata la volta di un "Bar dei Morti" che ha scatenato feroci polemiche in consiglio comunale.
Chi è in caccia dei segni dei tempi registra il nome di Black Birba, un anno, nazionalità ghanese, sorpresa tutta sola a spasso lungo le più trafficate strade del centro di Vicenza prima di essere intercettata da una pattuglia della Polfer (madre denunciata per abbandono, Il Giornale di Vicenza del 18 ottobre). E, se ancora non gli bastasse, può ritagliare la foto dell'assessore regionale alla sanità Flavio Tosi (Lega Nord) pubblicata sulla prima pagina del Giornale di Vicenza del 20 ottobre. L'immagine ritrae Tosi intento a divorare un piatto di pollo crudo per denunciare quello che secondo lui è il terrorismo mediatico in atto sull'influenza aviaria.
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