Ritorna il commissario, ormai vicequestore e prossimo alla pensione Proteo Laurenti, creato dal tedesco, ormai naturalizzato triestino Veit Heinichen, qui al suo dodicesimo romanzo dal titolo “A maglie strette”, edito in Italia sempre da e/o per la traduzione dal tedesco di Monica Pesetti. C’è da meravigliarsi che la serie televisiva già trasmessa in Germania non vada in onda anche in Italia, come meriterebbe sia per l’ambientazione triestina, sia per il divertimento che procura al lettore, in questo caso allo spettatore, un personaggio ironico, un po’ fuori dalle righe per il suo carattere indipendente e poco ossequioso del potere come Proteo Laurenti.
In questo romanzo lo vediamo alle prese con un attentato allo Yacht “A” dell’oligarca russo Andrey Melnichenko, fermo nel golfo di Trieste, sequestrato in seguito alle sanzioni comminate dall’Europa alla Russia dopo l’aggressione all’Ucraina, attentato che ha procurato una vittima nella figura di un’abile e mascolina skipper, la cui morte è avvolta nel mistero che avvolge il romanzo e che Proteo Laurenti è preposto a risolvere. Quando parliamo dello Yacht “A” non parliamo di una “barca” qualunque, bensì di un trialberi di 143 metri, che i contribuenti italiani sono costretti a mantenere a suon di milioni con le loro tasse, non so quanto gradite a riguardo. E forse per questo, molti guardandolo dalla riva, vorrebbero distruggerlo, come alcuni personaggi con un bicchiere di troppo bevuto in una osmiza sul Carso, sopra Trieste, hanno pensato. Passando all’azione? Non possiamo dirlo.
Più in generale, sarà questo uno degli ultimi casi della carriera di Proteo Laurenti?
Sarà difficile per Veit Heinichen staccarsi da questo personaggio, anche perché gli assomiglia molto, con le sue predilezioni e le sue idiosincrasie, i suoi gusti alcolici e mangerecci, i suoi locali preferiti e le sue antipatie politiche. Ma s’impara tanto di una città come Trieste. In questo romanzo, a parte i soliti posti frequentati da Proteo/Veit, ad esempio il Malabar, si viene a conoscenza della grande comunità serba che vive da tempo a Trieste e che è testimoniata anche dalla presenza a Ponterosso, a lato della chiesa di Sant’Antonio, della bellissima chiesa ortodossa di San Spiridione. Una comunità ormai ampiamente integrata con quella triestina, tanto che Veit Heinichen non manca di inserire tra i suoi personaggi un poliziotto della comunità stessa che risponde al nome di Vuk Vukotić, e che ovviamente avrà un suo ruolo, visto che nel caso criminale al centro del romanzo c’è un collegamento con questo mondo.
Non bisogna dimenticare che in pratica tutti o quasi i romanzi di Veit Heinichen hanno a che fare con il confine orientale e le popolazioni che vivono in quella che era la ex Jugoslavia. Non manca, a questo riguardo, neppure in personaggio che i fedeli lettori dell’autore hanno ormai da tempo conosciuto, la bella, ma ormai attempata anch’essa, visto che anche a lei manca poco per andare in quiescenza, come si usa dire, procuratrice croata Živa Ravno. Donna con la quale Proteo ha una relazione della quale non si sa bene quanto intima, se non sessuale, di sicuro sentimentale, viste le fughe e gli incontri clandestini che i due si riservano, senza dimenticare che il vicequestore ha pure una moglie e relativa famiglia. Ma i loro incontri servono anche, sicuramente, alla soluzione di questo come di altri casi, ricco com’è di intrecci che ci porteranno a più di un malaffare, che hanno, tutti, a che fare proprio con il famoso Yacht. Vedremo quali.
Adesso, intanto, letta l’ultima pagina di questo avvincente romanzo, si aspetta il nuovo libro di Veit Henichen. E già l’attesa ha una sua suspense: avremo un Proteo Laurenti in pensione? E se sì, sarà capace di limitarsi a farsi le sue nuotate e le sue battute di pesca sotto la bella casa che ha sulla costiera triestina o si troverà alle prese con altri guai da affrontare e risolvere a beneficio dei suoi tanti, affezionati lettori?
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID