Il problema con i testimoni è che mentono. Sempre. Non perché siano colpevoli. Almeno, non solo. Mentono perché non vogliono impicci. Mentono anche inconsapevolmente. A volte per rendersi utili. O perché la polizia si sta facendo i cazzi loro. Perché son cittadini onesti, ma quello che combinano in privato non riguarda nessun altro. Perché non sopportano gli sbirri.
Mentono. Mentono. Mentono.
In una città senza nome e dai molteplici volti, il capo della Omicidi, Paolo Mormino, indaga su un omicidio avvenuto nei pressi di una casa di cura psichiatrica. Nessuna attinenza, nessun legame fra il luogo e il delitto. Nessun legame fra il morto e la clinica. Ragion per cui, il proprietario, uno costruttore immobiliare scaltro e cinico, ostacola le indagini, per sopire un eventuale scandalo. Mormino incontra l’ex fidanzata dell'ucciso, Francesca, bellissima e intrigante: l’unica in grado di aiutarlo. E, forse, davvero all’oscuro dei retroscena torbidi della vita privata del vecchio compagno. La vicenda si complica perché, mentre Mormino mette le mani su una raccolta di video pornografici, girati dal morto in promiscuità con prostitute e amanti, viene rinvenuto un altro cadavere nel chiostro del cimitero monumentale. Due morti; entrambi, informatori dei carabinieri. La polizia è costretta, quindi, ad abbandonare l’inchiesta. Mormino, però, si ostina ad andare avanti da solo, contravvenendo agli ordini. Anche a costo della propria vita. Non solo per orgoglio, ma anche per Francesca: con lei ha intrecciato una relazione intensa e passionale, che rischia di travolgerlo. Secondo romanzo, dopo il successo di Color sangue, con protagonista Paolo Mormino, l’abile capo della Scientifica e ora capo della Omicidi, Lei è il mio peccato prende le mosse da un fatto di cronaca vera (uno dei delitti del DAMS di Bologna, negli anni ’80) per dipanarsi tra ville munifiche e bassifondi poco conosciuti, ma esistenti, di Bologna. A contatto con l’indigenza ordinaria di una società borderline. Perché, come sostiene l’autore, “il giallo funziona come un taxi: conduce il lettore in luoghi che non frequenterebbe”. Per dare una idea di questa realtà annidata dietro l’immagine formato cartolina delle Due Torri, nel sito suo personale (www.marcobettini.it), Bettini ha inserito le fotografie dei luoghi descritti nel romanzo.
Lei è il mio peccato (il titolo è desunto da una canzone di un gruppo heavy finlandese) è un giallo incalzante, avvolgente, documentato con cura e costruito nel rispetto delle regole del genere: un groviglio di trame nella trama, che si legge tutto d’un fiato e si scioglie in un finale a porta spalancata. Senza disattendere le aspettative delle lettore.
Marco Bettini, romagnolo di origine ma bolognese di adozione, è giornalista, scrittore e autore di testi per programmi televisivi (come Misteri in blu e Blu notte). Gioca nell’Osvaldo Soriano Football Club, la nazionale di calcio degli scrittori, in un ruolo creato su misura per lui: centravanti immobile.
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