Piergiorgio Pulixi è la rivelazione di questi anni del giallo italiano. Già vincitore del Premio Scerbanenco nel 2019 con “L’isola delle anime”, con il quale è stato finalista anche al Gran Prix de Litterature Policière nel 2021, ha all’attivo diversi noir che, a ogni titolo, confermano la sua bravura. Ultimo arrivo “Stella di mare”, edito da Rizzoli, ambientato come la maggior parte dei suo libri in Sardegna, sua terra di origine e, in questo caso, con personaggi comparsi in altri romanzi come il criminologo Vito Strega e le ispettrici Croce e Rais, con altre simpatiche partecipazioni come quella dell’ispettrice Pontecorvo, in forza a Pavia, mandata in Sardegna per un tirocinio di due mesi e che si rivelerà essere un osso duro.
Detto questo, parliamo brevemente della trama, imperniata sull’omicidio della sedicenne Maria Stella Coga, la stella di mare del titolo, uccisa a coltellate e sfigurata in maniera tanto brutale da essere quasi irriconoscibile. La sua colpa, quella di essere bellissima, tanto da suscitare l’invidia di tutte le donne e la bramosia di tutti gli uomini. Ma l’unico che era riuscito a conquistarla, seppur ben riuscendo lei a mantenere la sua indipendenza nei suoi confronti, è Samuel Bullegas, un giovane criminale, boss del quartiere Sant’Elia di Cagliari, sfondo del romanzo.
L’indagine è competenza della polizia, ma c’è di mezzo anche un carabiniere, il capitano Capasso, che ha un conto aperto con Bullegas e che, pertanto offre la sua collaborazione nelle indagini, del tutto interessata a livello personale più che dell’Arma. In che modo, anche negli sgambetti alla polizia, lo scopriremo procedendo nella lettura del romanzo, che è per lo più composto di capitoli brevi, ciascuno contrassegnato dal luogo in cui si svolge al momento la scena, non solo nel cagliaritano, ma anche in Lombardia dove viene allertato Vito Strega, che si prepara a partire per la Sardegna per collaborare alle indagini sull’omicidio della povera Stella. Una tecnica cinematografica che serve a dare movimento al romanzo, che funziona però anche per i suoi personaggi, che, seppur tanti a partecipare alla storia, ciascuno di essi è molto ben caratterizzato, con una propria vita, problemi, segreti, insomma una loromarcata personalità che ben restano nella mente del lettore, il quale può seguire la vicenda senza disperdersi. A parte i diversi detective della polizia e il capitano Capasso dei carabinieri, ci sono la madre di Stella, alcolizzata, seguace di un prete che ha creato una sorta di setta, il prete stesso che ha trovato furbescamente il modo di farsi mantenere, e non solo, dalle fedeli, il padre di Stella, che la madre aveva accusato di molestare la figlia e, per questo, finito in galera, i fratelli, piccoli criminali di quartiere a parte il più piccolo, affetto da autismo, la sua maestra di sostegno, la nonna, che è l’unica che ha accudito, crescendo, la ragazza, con la madre che l’aveva abbandonata a se stessa, poi la migliore amica di Stella, Aysa, compagna del Liceo scientifico che frequentano entrambi, un professore, sospettato di avere un debole per la ragazza, lo stesso Bullegas, che, primo sospettato, pensa bene di nascondersi. Personaggi, ciascuno dei quali, può avere un motivo per aver ucciso Stella, sulla cui indagine una sola cosa è certa per la polizia: la persona che l’ha uccisa era di sua conoscenza.
Di più non si può dire. Sarà necessario arrivare alle ultime pagine come in ogni giallo che si rispetti. E “Stella di mare” di Piergiorgio Pulixi è uno di quelli che merita tutto il rispetto degli amanti del genere.
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