Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente
Generalmente scrivo a casa, seduto più o meno ovunque, perché utilizzo un computer portatile. Per lo stesso motivo però lo faccio anche in giro per Venezia, preferibilmente al tavolino di qualche bar, all'ombra, con qualcosa da bere. Mi piace percorrere fisicamente i luoghi dei quali scrivo, e quindi mente e corpo si trovano spesso nello stesso posto contemporaneamente. A volte prendo appunti a mano su un taccuino.
Come scegli le tue vittime, e i tuoi assassini?
Lavorando su intrecci storici e su trame che hanno a che vedere con la leggenda veneziana, in genere diventa naturale almeno scegliere l'ambiente o la circostanza nella quale muove l'omicida. Le vittime sono raramente predestinate: in genere sono innocenti, talvolta scelte per caso.
Qual é il tuo modus operandi?
Ho un'idea di fondo molto precisa, perché scelgo storie di ambientazione veneziana che abbiano a che vedere con la storia (vera o romanzata) della città, e con le leggende (vere nel senso di filologiche ed esistenti) che su di essa si raccontano, a volte da secoli. Poi, la narrazione segue vie tutte sue – spesso tortuose – perché tutto alla fine collimi. Finora è andata bene.
Chi sono i tuoi complici?
Fino alla consegna alla casa editrice e al confronto con l'editor sono pochissime le persone che hanno accesso ai miei testi, circoscritte all'ambito familiare e delle amicizie. Quando ho bisogno di consulenze su aspetti sui quali non ho troppa esperienza – come il disossamento di un cadavere o i viaggi nel multiverso – utilizzo dei libri scientifici, o interpello degli specialisti.
Che rapporti hai con i tuoi lettori e le tue lettrici? Avanti, parla!
Molto bello, da sempre (qui intervengo come romanziere, ma ho un lungo passato come saggista): il confronto con lettori e lettrici mi stimola e mi incoraggia, anche perché sono loro i/le giudici finali del mio operato, come di quello di qualsiasi altro scrittore. Ho sempre guardato con sospetto a chi afferma di scrivere per se stesso: si scrive per essere letti.
Che messaggio vuoi dare con le tue opere?
Non ho tesi particolari da dimostrare, fatta eccezione che Venezia è stata una delle più grandi civiltà della storia moderna… ;) il mio scopo è fondamentalmente intrattenere con piacere le persone. Quando mi scrivono che si sono divertite, ridendo da sole in luoghi affollati (l'ironia è una cifra che non manca mai nelle mie opere), posso dire di averlo raggiunto.
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