«Di sacro oggi mi è rimasta solo la passione per la Storia. Mi porto addosso la crudeltà atavica che è stata del mio patrigno, di mio nonno, del mio bisnonno e, prima ancora, di tutti gli uomini che furono. La dipendenza dal male propria di ogni epoca.» Scrive in prima persona Lorenzo Cerè, il protagonista di questo romanzo: scrive perché non può raccontare la verità, come invece vorrebbe la dottoressa Marcella Malaspina, l’ultima di una lunga serie di psichiatri che hanno tentato di liberarlo dai suoi terribili mal di testa. Al contrario degli altri medici, questa professionista che veste come una rockstar finalmente lo capisce, oltre ad attrarlo con la sua sensualità naturale quanto conturbante. Ma più si avvicina a Lorenzo, più Marcella si trova in pericolo mortale. Perché il suo paziente è un serial killer, lo chiamano «il Valentino» ed è lui che sta seminando cadaveri tra Bologna, le sue colline e le sue campagne con un modus operandi colto quanto inquietante, denso di riferimenti a eventi storici, dallo schiaffo di Anagni alla morte di Cleopatra.
Il thriller più nero e appassionante di Marilù Oliva è un intreccio senza scampo di eros e thanatos, un’immersione suggestiva, devastante e vera nel Male, nell’animo umano e nella Storia. È questa, infatti, suggerisce l’autrice, la vera assassina: perché si ripete, a ogni giro di giostra sempre più fatale, condannandoci a rivivere gli incubi del passato in infiniti presenti alla ricerca di un’agognata, faticosa e forse impossibile catarsi.
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