Tornano in libreria grazie alla casa editrice Odoya i saggi di Valerio Evangelisti
“Poiché produco narrativa di genere, tanti interlocutori che non mi hanno mai letto (giornalisti, intellettuali, scrittori di “rango”, operatori dei media, dirigenti editoriali eccetera) sono a priori convinti che io sia un mezzo scemo […] da coinvolgere nelle esperienze più bislacche”.
Così Evangelisti introduce i suoi scritti in difesa della “paraletteratura”, da sempre considerata “minore”, tracciandone storia e storie: dai classici più o meno contemporanei (Lovecraft, Dick) ai libri di Lupin, Fantômas e Sandokan.
Spesso considerata marginale e trascurabile, la letteratura di genere rappresenta in realtà un’intrigante chiave di lettura dei tempi in cui è scritta, uno specchio esplicito, fantasioso, creativo, a volte sgarrupato e caotico del sentire sociale visto dal basso, raccontato con ferocia, immediatezza, proiezioni nel futuro o immaginarie riletture del passato.
Non un semplice excursus sulla letteratura di genere, bensì una riflessione intelligente e acuta sul valore della paraletteratura come critica sociale e come strumento di lotta politica, nel conflitto per il controllo dell’immaginario, vero e proprio campo di battaglia per Evangelisti.Alphaville, città raccontata da Jean-Luc Godard in un suo film di fantascienza distopica, è il nome usato da Evangelisti per i tre volumi originari in cui erano raccolte le sue riflessioni; una selezione di questi “saggetti”, come amava definirli il suo autore, accompagna nuovamente il lettore lungo le strade di Alphaville per scoprire la ricchezza dell’immaginario.
“Il lettore di gialli, fantascienza, horror eccetera ha, secondo me, minori possibilità di essere sedotto e addomesticato del consumatore abituale di letteratura ‘alta’. È abituato a immergersi in piccoli o grandi inferni metropolitani, a penetrare in galassie rette da regole pazzesche, a esplorare mondi alternativi, a scorgere l’incubo nascosto dietro la normalità apparente. La sua narrativa è narrativa di coinvolgimento: è fatta apposta per non lasciare indifferenti. Ed è narrativa dello straniamento dal proprio reale, per immergersi in un altro che può essere bizzarro o esotico, ma che può anche essere, e spesso è, una diversa visione prospettica di quello che egli stesso vive”.– Valerio Evangelisti
Le strade di Alphaville
Conflitto, immaginario e stili nella paraletteraturaValerio Evangelisti
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