Ghiannis Marìs è lo pseudonimo di Ghiannis Tsirimokos (1916-1979),giornalista e romanziere greco. La sua grande produzione (circa quaranta romanzi polizieschi) per anni è stata dimenticata, successivamente è stato inserito fra i classici del giallo greco.
Lo scrittore greco-turco Petros Markaris, in un'intervista a Lambrini Kozeli, nel settimanale «To Vima» del 6 aprile 2011 ha detto: “Maris è il patriarca del giallo greco. Se le sue storie straordinarie non hanno avuto la fortuna che meritavano, è stato per circostanze storiche. Maris ha scritto nel momento sbagliato e nel posto sbagliato, in un paese che considerava i romanzi gialli un genere B. Eppure nessun altro scrittore del tempo fu in grado di descrivere con uguale vigore l'alta società ateniese dopo la guerra e il sottobosco di informatori che si arricchirono durante l'occupazione e la guerra civile. Se avesse scritto, diciamo, in francese, ora sarebbe famoso in tutto il mondo". (da Wikipedia)
Verosimilmente, se fosse stato francofono sarebbe stato assimilato a Simenon per la caratteristica di creare romanzi d’ambiente. La bella copertina dell’edizione Crocetti, in cui campeggia il disegno monocromo di Riccardo Vecchio, ricorda il mito dell’investigatore d’antan: cappello a falde larghe, giacca con il colletto tirato su e l’immancabile sigaretta in mano. Più tenente Sheridan che Maigret, per gli appassionati italiani di una certa età.
La trama ricorda un po’ quella di “Dieci piccoli indiani” della Christie: un gruppo di persone fra loro sconosciute ma legate misteriosamente, nel giro di poco tempo muoiono per strani incidenti o si suicidano. Quando il commissario Bekas scopre un probabile filo che unisce i vari falsi incidenti e finti suicidi, inizia a indagare. È uomo tenace e acuto, ma molto comune. Non un superuomo né un “maledetto”, come gli investigatori nell’hard boiled americano. Lavora di deduzione dopo aver indagato “sul campo”, vecchio stile, parlando con le persone e cogliendo nei loro atteggiamenti, ancora prima che nelle parole, la verità o la menzogna.
Una bella trama, senza troppe complicazioni né descrizioni defatiganti
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