Melina Scalise / Favole della notte dipinti di Francesca Magro pp. 106 Prezzo € 28.00
Ti sei mai chiesto perché le favole si leggono la sera, prima di andare a dormire? Perché sono preparatorie alla notte. Perché dietro ogni storia, ogni incantesimo che si rompe, ogni malvagio che sconvolge la scena, c’è la storia dell’Uomo. La favola, nonostante gli ostacoli e le avversità, ci offre un lieto fine, una possibilità. Quando si è adulti nessuno pensa di toglierci dalla paura della notte leggendoci una favola. Con l’età ci diseducano all’uso dell’immaginazione. Ci lasciamo sempre più stringere dalle braccia della razionalità, ma non sempre la ragione riesce a dare risposte alle grandi incognite della vita. Quando non riusciamo a muoverci nella notte, quando davanti a noi abbiamo il buio, quando alle spalle abbiamo rovine o semplicemente la nostra sedia vacilla, affidarci alla fantasia, al sogno, alla magia può essere l’unico modo, anche solo per poco, “per uscire dal mondo” e per ritrovarlo anche poco diverso da prima, ma quanto basta per farci vedere le porte del possibile. Il sonno, tutte le notti, ci costringe a confrontarci con la notte. Con i sogni, ci trasporta altrove. Lì conserviamo ancora tutto il potere del caos da cui affiorano immagini, parole, ricordi, a volte, anche rivelazioni…
Melina Scalise, giornalista, psicologa, presidente (con grande passione e tenacia) dello Spazio Tadini – centro d’arte e cultura a Milano. Ama l’arte, il design, la creatività, la cultura, e, soprattutto, l’impegno sociale.
Sabina Nurakmedova / Storia di Azadeh pp. 382 Prezzo € 19.90
Come è la vita di un profugo? Qual è il suo stato d’animo nel lasciarsi la propria vita alle spalle, abbandonando tutto, i propri congiunti, gli affetti, i propri beni, i luoghi, una qualità della vita conquistata e ben conosciuta, in cambio dell’incertezza, precipitato in terra straniera in uno stato di assoluto bisogno, con l’esigenza di dover ricominciare tutto da zero, preoccupato per l’incolumità di chi non è potuto fuggire, l’animo roso dall’ingiustizia degli uomini e dei sistemi, e dal desiderio di un intervento di equità che divino o terreno che sia, comunque non arriva mai. Quello che invece inesorabilmente arriva, è … il giorno dopo, e poi quello dopo ancora, il trascorrere del tempo nella speranza che tutto si risolva, nell’attesa che il pericolo in Patria cessi e che presto potrà esserci un ritorno, una ritrovata normalità. Passano i giorni, che si accumulano in mesi e poi in anni, che con la loro imperterrita indifferenza alle vicende umane, fanno sedimentare tutto, smorzano desideri ed entusiasmi e anestetizzano dolori e rancori. Quel trascorrere del tempo che inevitabilmente finisce per far sentire cittadini in terra straniera e stranieri in patria, che ammanta tutto della polvere delle cose vecchie, datate, delle quali è fin quasi disdicevole parlare, il passato da relegare negli angoli della memoria, celato e da raccontare malvolentieri persino ai propri figli e nipoti.
L’azera Sabina Nurakhmedova in questo romanzo appassionato racconta la guerra tra l’Azerbaigian e l’Armenia, denuncia l’assurdità di tutte le guerre per le conseguenze che provocano nei destini di tanta gente, come lei, costretti a lasciare il proprio Paese, la propria casa, la propria famiglia finendo inevitabilmente per far sentire gli esuli “cittadini in terra straniera e stranieri in patria”.
Sabina Nurakmedova (Нурахмедова Сабина Александровна) è nata nel 1988 a Baku, Azerbaijan. All'età di 15 anni si è trasferita ad Almaty (Kazakistan) dove si è laureata nella Facoltà di Geografia all'Università Nazionale Kazaka Al-Farabi. Nel frattempo studia la lingua italiana e dopo la laurea, fatto il concorso indetto dall’Ambasciata Italiana, si trasferisce nella capitale Astana (oggi Nur-Sultan), dove per complessivi nove anni lavora prima presso la Delegazione Militare Italiana e poi presso l’ICE, Istituto Commercio Estero, fino ad arrivare a ricoprire l’incarico di Responsabile dell’Ufficio di Nur Sultan. È candidato al titolo di maestro di scacchi. Oggi vive in Italia, è sposata e ha due figli.
Giancarlo Narciso / I guardiano di Wirikuta pp. 210 Prezzo € 16.00 Autore dalla cifra internazionale, Giancarlo Narciso ci porta con questo suo primo romanzo, uscito nel 1994 per i tipi della mitica casa editrice Granata Press fondata dal compianto Luigi Bernardi, in Messico alla caccia di un tesoro. Protagonista, l’avventuriero italiano Antonio Balestrieri, che dovrà vedersela con nemici non meno pericolosi di lui. Un romanzo avvincente, ricco di azione e suspense, secondo la migliore tradizione di scrittori come B.Traven e Desmond Bagley.
Giancarlo Narciso, scrittore milanese. Le sue storie sono spesso ambientate in estremo oriente, dove a lungo ha vissuto, o vive ancora. Spinto da un compulsivo bisogno di viaggiare, ha compiuto tre volte il giro del mondo nella direzione seguita da Phileas Fogg e una in quella di Magellano, stabilendosi di volta in volta a Tokyo, in Kuwait, a Kathmandu, a Città del Messico, a Singapore e in Indonesia e dedicandosi ai lavori più disparati, dall’interprete alla comparsa, dal reporter al dirigente d’azienda, sempre intervallati dalla sua seconda passione dopo i viaggi: la scrittura. Oltre alla trilogia di Rodolfo Capitani – composta dai romanzi Incontro a Daunanda (Premio Scerbanenco 2006), Singapore Sling (Premio Tedeschi 1998 e soggetto della trasposizione televisiva italo-serba Belgrado Sling) e Le zanzare di Zanzibar – Giancarlo Narciso è autore, fra l’altro, di Otherside, Un’ombra anche tu come me. Ha dato vita al personaggio dell’investigatore privato Bruno ‘Butch’ Moroni, protagonista dei romanzi Solo fango e Sankhara (finalista Premio Scerbanenco 2002). Sotto lo pseudonimo di Jack Morisco firma per Segretissimo Mondadori una fortunata serie di romanzi di spionaggio centrati sul personaggio di Banshee.
Alessandra Cenni / Salve, libertà. Foscolo, Calvo, Solomòs e il risveglio della coscienza nazionale
pp. 202 Eur 18,00
In questo saggio viene raccontata la vita dei tre massimi poeti provenienti dalle isole Ionie, con scritti e testimonianze che documentano i momenti e i luoghi della convergenza culturale tra la Grecia e l’Italia, nella prima metà del sec. XIX, in vista di rivoluzioni che portarono alla liberazione dei due paesi dalla sudditanza alle potenze europee della Restaurazione postnapoleonica. Periodo del risveglio perché coincide, non solo con la nascita e l’affermazione di una coscienza nazionale, ma con un vero e proprio rinascimento culturale e artistico per le due più antiche civiltà del Mediterraneo.
La poesia e la storia si intersecano su percorsi che bisogna compiere, seguendo le orme delle posizioni etiche, culturali, politiche degli autori di cui ci si occupa. Nel XIX secolo, i contatti tra gli intellettuali italiani e greci sono numerosi e rilevanti, in particolare tra i poeti provenienti dalle Isole Ionie (Eptaniso) che si sono formati nelle scuole e università italiane.
Alessandra Cenni, docente di Letteratura Italiana e Letterature Comparate. Si occupa da molti anni di poesia e di teatro, didattica e ricerca. Ha curato l’Opera completa di Antonia Pozzi per diversi editori (Scheiwiller-Garzanti e Bietti), oltre alla biografia: In riva alla vita, (Rizzoli, 2002). Ha scritto anche un accurato ritratto critico-biografico di Emily Dickinson: Cercando Emily Dickinson (Milano, Archinto, 1998) e il saggio biografico Gli occhi eroici (Mursia, 2011) Ha pubblicato poesie che interpreta in forma di performances, allestite in spazi inusuali: Silhouettes-L’Altra Poesia (1994), Le tuffatrici (1997) e Cosmonautiche (2002), Corpi celesti (2010) che ha ottenuto il primo premio al concorso internazionale di poesia Tulliola, Città di Formia, 2012.
Stefano Bordoni / Aquiloni di ferro
pp. 224 Prezzo € 17.00
Una scrittura fredda, oggettiva, chirurgica ci introduce in una storia di normale follia, dai risvolti surreali; tra allucinazioni del protagonista ed elettroschok. Un romanzo, questo di Stefano Bordoni, qui al suo esordio, per il quale l’aggettivo “kafkiano” non appare esagerato, nutrito com’è di un’esperienza personale che egli ha saputo trasfigurare fino al punto da farne letteratura.
Stefano Bordoni, 56 anni, una vita non facile, spesa nel volontariato, lo ha portato a un lavoro di introspezione e di osservazione, che lo ha spinto verso la scrittura. I suoi primi racconti sono usciti sulla rivista online L’irrequieto. Gli piace la fotografia, che scatta, elabora e modifica, riassemblandola sotto altri contesti, trasformandola in disegno. Grazie alla sua creatività, ha progettato diversi manifesti e magliette, che poi sono state messe in vendita per finanziare l’associazione di volontariato a cui presta la sua opera. Aquiloni di ferro è il suo primo romanzo.
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