Settantaduesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo febbraio in edicola: Una presa d'afghano (Embuscade à la Khyber Pass, 1983) del compianto Gérard de Villiers nella nuova traduzione di Stefano Di Marino.

Per sapere TUTTO della vita editoriale italiana del personaggio, si rimanda agli Archivi di Uruk.

La trama

Non è la prima volta di Malko Linge a Peshawar. Ma la città pakistana è sempre uguale, sporca e caldissima, immersa nel caos del traffico. E pericolosamente vicina a uno dei fronti più infuocati dello scacchiere internazionale. È lì che la CIA vorrebbe riunire tutti i leader dei vari movimenti della Resistenza che combattono in Afghanistan contro l’invasore sovietico. Purtroppo l’agente incaricato dell’operazione, in possesso di informazioni vitali sul piano del KGB per sabotare la conferenza dei capitribù, è stato gravemente ferito a sud di Kabul. Ora bisogna riuscire a trovarlo prima che il nemico lo metta a tacere. Ecco la missione di Malko, catapultato in una polveriera dove tutto è possibile e nulla è semplice, tra fazioni e tradimenti, disertori e rinnegati. Per questo il Principe delle Spie sta sudando freddo nonostante i cinquantacinque gradi sotto il sole asiatico. Gli basterà un passo falso per finire i suoi giorni a Mosca come gradito ospite della Lubianka.

L’incipit

Il poliziotto di ronda all’ingresso dello scalo merci di Peshawar rivolse un'occhiata sorpresa e sprezzante insieme in direzione del giovane che stava scendendo dal tuk-tuk, un macilento trabiccolo con un abitacolo adorno di disegni naïf e placche cromate. Il passeggero era un hippy con indosso un kameez – l'abito tradizionale pakistano costituito da pantaloni a sbuffo e un camicione che arrivava alle ginocchia – e, calato sulla fronte, portava persino il pakol, un berretto di tela che ricordava una padella rovesciata. I capelli scuri, lunghi e sporchi, gli arrivavano alle spalle. Quando l'hippy gli passò davanti con uno zaino in spalla, il poliziotto notò la pelle chiara, in contrasto con la barba scura e lo sguardo torvo: occhi da pazzo, che ammiccavano nervosi. Lo straniero aspirava febbrilmente da un mozzicone che teneva tra le dita tremanti dalle unghie luride.

Il giovanotto rivolse al poliziotto un sorriso teso e si allontanò tra la folla assiepata allo scalo merci. L'agente lo seguì con lo sguardo, ma non lo fermò. Il suo compito era impedire i furti della merce in transito. Molto probabilmente lo straniero voleva solo procurarsi un po' di hashish da qualche camionista in arrivo dall'Afghanistan, e questo non era affar suo.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

Una presa d'afghano di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 71), 192 pagine, euro 5,90 – Nuova traduzione di Stefano Di Marino