Odissea. Con gli occhi delle donne. Marilù Oliva, docente di lettere a Bologna e ideatrice della saga noir della Guerrera ma anche di Micol Medici, è soprattutto autrice di thriller, ha un'anima noir e non mancano passaggi che ce lo ricordano. Ma la sua Odissea (Solferino) è soprattutto un romanzo di donne, di tutte le donne, ci sono dentro con le loro sfaccettature: ci trovi la bellezza, la perfidia, la rabbia, la fedeltà. E l'amore verso Ulisse, che di tutto questo si nutre. Le pagine sono come bolle in una vasca, che ti coccolano, ti sospendono, ti attirano, ti coinvolgono, ti tirano dentro come un vortice che non ti fa smettere. Dovrebbe leggerlo ogni donna, per comprendersi, per ritrovarsi, per definirsi. Ed ogni uomo, per comprendere, trovarvi dentro almeno una donna della propria vita. O quella che le racchiude tutte. Ci insegna che ogni donna è, insieme, il traguardo ed il limite. L'autrice ci porta per mano ad attraversare il poema epico ed il lettore è dentro il mito, diventa egli stesso Odisseo, sulle navi o sulla zattera, affronta le procelle, incontra i mostri marini, gode della benevolenza degli Dei o ne soffre la malvagità, addensa ora il terrore, ora lo stupore, risorge e si rinforza ogni volta. Che ognuno di noi è l'eroe e chiunque ne potrebbe essere l'intorno. Questo libro, in ogni sua pagina, in ogni riga, in ogni sillaba, racchiude e amplifica le gabbie e le sbarre divelte, l'odio e i sentimenti, il dovere e il voler essere, lo spazio chiuso e l'infinito, il vuoto e il passo appena prima del baratro. Dona respiro e rende tutto meravigliosamente vivo.
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