Ci sono legami che non si spezzano mai. Uno di questi, lungo l’asse Oriente-Occidente, vede protagonisti il Far East Film Festival e il regista hongkonghese Fruit Chan. Un’amicizia fatta di cinema: The Longest Summer è uno dei titoli che componevano la line-up del primissimo FEFF, nel 1999. Un’amicizia fatta di sogni condivisi: il FEFF ha prodotto, due anni fa, il restauro 4K di Made in Hong Kong, super cult anarchico, indipendente e (ormai) invisibile. Ed ecco perché annunciare un titolo di Fruit Chan rappresenta sempre un evento.
Dopo The Midnight After, gioiello del 2014, il popolo del FEFF potrà dunque ammirare il nuovo e potentissimo lavoro di Mister Chan: Three Husbands, presentato al Tokyo Film Festival e atteso a Udine in anteprima europea. Un’audace e disturbante opera low budget dove sesso e critica sociale fanno rima, a conferma dello sguardo eternamente ribelle e visionario di Fruit. Un testimone arguto e attento della temperatura di una città, qui rappresentata come una ninfomane insaziabile (il film, ricordiamo, conclude la Trilogia della Prostituzione, affiancando Durian, Durian del 2000 e Hollywood, Hong Kong del 2001), e di una comunità in continua trasformazione.
Ambasciatrice del film al FEFF sarà la straordinaria protagonista Chloe Maayan, attrice simbolo della new generation cinese già applaudita in Summer Palace e Lost in Beijing, mentre il nome del regista brillerà anche nei credits di Still Human, come produttore, “accompagnando” così un altro dei titoli più attesi di questa ventunesima edizione.
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