Il 27 settembre alle ore 21.00, presso la biblioteca comunale di Bollate, il Consorzio Sistema Bibliotecario del Nord Ovest di Rho ha organizzato Serata in Giallo, iniziativa facente parte della settimana dedicata al tema Leggere in tutti i sensi leggere con tutti i sensi.
La serata ha visto protagonista Carlo Oliva che ha tenuto una conferenza sul giallo all’italiana e ha presentato il suo libro Storia sociale del giallo.
Come al solito fare un vero reportage di questo genere di incontri non è facile, quindi si cercherà di trasmettere l’atmosfera generale e i contenuto salienti dell’intervento.
Carlo Oliva ha parlato per circa un’ora della storia del giallo, partendo dalla nascita del termine.
Esso infatti è un termine usato solo in Italia, nato nel 1929 quando la Mondatori cominciò a pubblicare una collana dedicata a autori prevalentemente inglesi e americani caratterizzata appunto dalla copertina gialla.
Il genere così definito ha convenzionalmente il suo anno di nascita nel 1842, quando Edgar Allan Poe pubblicò le sue prime opere. Egli è infatti considerato il padre di questo tipo di letteratura.
Lo sviluppo del genere in questi anni è anche dovuto, secondo Oliva, allo sviluppo della società industriale, che permette all’uomo di godere di un miglioramento dello stile di vita in generale, ma lo sottomette, nello stesso tempo a regole più rigide relative alla vita in comune.
Il giallo diventa quindi un genere di evasione, in cui la polizia, rappresentante dell’istituzione, si confronta con un personaggio con doti “speciali”, che risolve il caso.
Il genere giallo è pertanto un genere che si fonda sul pretesto della necessità di risolvere un crimine per poter analizzare e presentare la società in cui si sviluppa.
La lettera rubata di Poe è un racconto emblematico della dialettica che si sviluppa tra le istituzioni e il protagonista delle opere, colui che di solito scopre il mistero e rivela la verità.
Solo con il commissario Maigret di Georges Simenon il rappresentante delle forze dell’ordine e il risolutore del caso coincidono. Carlo Oliva ha fatto un breve intervento sulle tipologie degli eroi dei romanzi, suddivisi a secondo delle loro caratteristiche peculiari.
Solo dopo questa introduzione, che ha permesso di porre i presupposti per l’identificazione del genere, si è parlato del giallo in Italia.
Nel nostro paese il genere si è sviluppato piuttosto tardi, per problemi legati sia alla cultura che alla politica. Il giallo infatti, è sempre stato considerato un genere di consumo, non degno di rientrare tra i generi colti e pertanto spesso snobbato.
Inoltre l’Italia ha raggiunto una coscienza nazionale molto più tardi di altri paesi europei, pertanto solo più tardi il giallo ha preso piede come strumento per l’analisi della società. Anche il fascismo ha rappresentato un ostacolo allo sviluppo di un giallo italiano, in quanto esso era ritenuto un genere che poneva in cattiva luce la nazione e pertanto era fortemente censurato.
Pertanto fino al dopoguerra in Italia si leggevano esclusivamente romanzi di autori stranieri.
Il primo autore italiano di rilievo è Giorgio Scerbanenco coi suoi quattro romanzi con protagonista Duca Lamberti, ex medico radiato dall’albo, che collabora con la polizia nell’indagine su alcuni casi difficili. La figura di questo personaggio è molto vicina al modello del protagonista con doti speciali, spesso tagliato fuori dalla società, che proprio grazie a queste doti riesce a giungere alla soluzione.
Dopo aver parlato dell’opera di Scerbanenco, Oliva ha fatto un breve excursus sui giallisti contemporanei, che hanno saputo, ognuno col proprio stile e con le proprie caratteristiche, inserirsi in quello che è il panorama letterario italiano, analizzando la società e arrivando ai lettori proprio grazie alla capacità di prendere in considerazione problemi attuali e concreti.
Gli autori citati sono stati molti da Lucarelli a Camilleri, da Faletti a Carofiglio.
Un’analisi approfondita di tutti questi argomenti si trova, appunto, nel libro Storia sociale del giallo, dove l’autore ha espresso le sue opinioni su quella che è stata l’evoluzione del genere.
La serata è stata sicuramente interessante, anche se a tratti impegnativa, e si è conclusa davanti a un bicchiere di buon Chardonnay, chiacchierando amichevolmente con l’autore.
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