Se oggi volete partecipare ad un bando di gara, troverete una voce che specifica per legge che lo dovrete compilare in lingua italiana. Perché per partecipare ad un bando della Repubblica Italiana per legge dovete scrivere in italiano. Peccato che non troverete più la voce "data di scadenza": troverete deadline.
La legge impone agli organi di informazione pubblica l'uso dell'italiano perché nella Repubblica Italiana per legge si parla italiano, semplicemente perché dev'essere comprensibile ad ogni cittadino italiano. Invece gli organi di informazione pubblica fanno a gara a parlare itanglese, infarcendo di maldigeriti termini inglesi modaioli i loro discorsi così da rendere totalmente incomprensibile ciò che dicono, e quindi truffando i lettori.
Perché è ormai chiaro che la "legge sul lavoro" è stato un completo fallimento… invece il jobs act è una gran figata.
Fra chi professa un uso sempre più massiccio di inglese nella lingua e chi se la prende con l'italiano quando cerca di assorbire l'invasione straniera, c'è un'unica voce fuori dal coro: una persona che sta mettendo in guardia gli italiani da un'invasione barbarica di dimensioni mai viste. L'invasione incontrastata e incondizionata di termini inglesi, che a migliaia stanno soppiantando i termini italiani.
Aggiungo che questo non corrisponde minimamente ad una conoscenza della lingua inglese di chi usa termini inglesi: di solito è semplice imitazione cieca di parole ignote.
Per questo ho intervistato Antonio Zoppetti, curatore del blog Diciamolo in italiano e fautore di incredibili iniziative.
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Per leggere l'intervista, ecco il link.
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