La Newton Compton porta in libreria un grande giallo firmato da Salvo Toscano: L'uomo sbagliato.
La trama
Palermo. Cosimo Pandolfo è in galera da anni, accusato dell’omicidio di Giovanni Cannizzaro per banali questioni di vicinato. Ma l’uomo, seppure violento e dedito all’alcol, si è sempre dichiarato innocente. Solo il figlio Filippo gli crede. E quando una testimone in punto di morte gli racconta una verità rimasta nascosta che potrebbe scagionare il padre, il ragazzo si rivolge ai fratelli Corsaro, noti per la loro abilità nel risolvere i casi più difficili. L’avvocato e il giornalista indagheranno entrambi, seppur seguendo piste diverse, e arriveranno a scoperchiare un calderone di segreti, inganni e brutali violenze, che portano fino all’Iraq, ai contractors e agli orrori della guerra. Roberto e Fabrizio sfideranno un avversario pericoloso e senza scrupoli. Mettendo a rischio la loro stessa vita.
L'incipit
L'umanità ha debellato il vaiolo. Ma non il matrimonio. E questo è un dato di fatto su cui varrebbe la pena di ragionare. E sì, in questo clima da apocalisse alle porte, in questi tempi di panico e pessimismo cosmico, c'è ancora qualcuno a cui salta in mente l'idea bislacca di spendere non so quanti quattrini per far banchettare parenti e conoscenti che per metà gli stanno sulla punta della minchia, buttare altri quattrini dalla finestra per un ridicolo abito da sposa bianco, simbolo d'una verginità probabilmente conservata nelle trombe d'Eustachio, scialacquare ulteriori quattrini per altri pittoreschi annessi e connessi, retaggio di ere lontane, solo per il gusto di allungare, da lì a poco, gli già sconfinati elenchi di mogli e mariti cornuti.
Per lo meno era così che la vedevo io. E la cosa avrebbe potuto anche lasciarmi indifferente, alla stregua di una finale olimpica di curling o di una tribuna elettorale della Südtiroler Volkspartei in seconda serata su Raie. Il problema è che questa depravazione del matrimonio si era insinuata nell'animo di una creatura che fino a quel punto avevo ritenuto come me destinata a non essere travolta dal ferale destino dello sposalizio: la figlia zitella del mio padrone di casa.
Era costei una quasi quarantenne dai lineamenti incerti, una specie di Picasso cubista in carne e ossa, con una zazzera crespa e lanosa sul cocuzzolo della testa a pera e un fisico più che asciutto, quasi essiccato, da alice marinata. L'avevo vista crescere in bruttezza nei tredici anni trascorsi nel mio adorato appartamentino con vista sulla Cattedrale. Timida, impacciata, avvolta da una cappa di mestizia congenita, l'avevo sempre immaginata come una creatura asessuata.
E dunque lo stupore prevalse in me quella mattina di quasi estate in cui, interrompendo la lettura d'un gran libro di Joe Lansdale accompagnato dal sottofondo di Pablo Honey, il signor Severino scampanellò a tradimento alla mia porta per annunciarmi l'incredibile notizia.
«Come "si sposa"?», commentai restando a bocca spalancata, quasi che l'ometto rotondo coi baffetti ingialliti dalla nicotina e le ascelle aromatizzate allo sfincione mi avesse comunicato l'invasione degli alieni.
L'autore
Salvo Toscano è giornalista e autore di romanzi. È stato semifinalista al Premio Scerbanenco e finalista al Premio Zocca Giovani. È stato tradotto nei Paesi di lingua inglese. Per saperne di più: www.salvotoscano.com
Info
L'uomo sbagliato di Salvo Toscano (Newton Compton – Nuova Narrativa Newton n. 891), 288 pagine, euro 9,90 (in eBook, euro 0,99) – ISBN 9788822719973
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