Lo scorso maggio Franco Forte, prolifico autore ed editor, è "tornato alle origini" con la pubblicazione de Gli eretici di Zlatos (Delos Odissea), il suo romanzo d'esordio che testimonia una passione per il fantastico mai sopita, come dimostra la sua pagina del Catalogo Vegetti.
Per l'iniziativa "Estate 2018: Leggiamo italiano" ho incontrato questo instancabile professionista della scrittura.
Per chi non ti conoscesse, chi è Franco Forte e quale cocente passione muove un scrittore/editor come te?
Oh mamma. Guarda, faccio prima a rispondere così: chi vuole sapere chi sono basta che digiti il mio nome su Google (staccando il nome dal cognome, mi raccomando), e troverà di tutto. Nei risultati della ricerca comparirò prima io, poi la città tedesca mia omonima…
A parte questo, più che una passione a spingermi, da sempre, è quella che io chiamo una vera e propria ossessione. Impossibile, per me, stare un giorno senza scrivere, che si tratti di narrativa, di articoli, di sceneggiature, di post sui social o chissà che altro.
Lo scorso maggio sei "tornato alle origini", visto che Delos ha pubblicato in digitale il tuo romanzo d'esordio "Gli eretici di Zlatos": porti ancora nel cuore la fantascienza apocalittica?
Direi proprio di sì. Resta una delle mie letture preferite, anche se di solito mi rifaccio ai “classici” (da J.G. Ballard a certe opere del grande Alan D. Altieri che purtroppo sono troppo poco conosciute dal grande pubblico). Si tratta però di un genere narrativo che non scrivo più ormai da un sacco di tempo, a parte la parentesi con la serie zombie-catastrofico The Tube, che è stata un grandissimo successo in ebook e che medito di rinnovare in qualche modo, forse con una nuova stagione (la terza).
Il tuo nome è più legato a grandi romanzi storici ambientati in un passato lontano ma sempre vivo: da Caligola a Cesare, da Annibale a Gengis Khan. La stringente realtà storica la vedi come una limitazione per la scrittura creativa o come una sfida per dare il massimo?
La Storia ci dà spunti magnifici per imbastire storie. D'altra parte, i buchi rimasti su ciò che conosciamo del passato e la diversità delle interpretazioni da parte degli studiosi, sono tali da consentire a un narratore di muoversi con una certa libertà nella ricostruzione di un periodo storico e dei personaggi che lo animavano. Ovviamente mantenendo sempre il massimo della coerenza storica, ma potendosi muovere con più agilità nel campo che la documentaristica e gli accademici non considerano, ovvero il patrimonio di emozioni umane che ha interagito con gli eventi storici e ha contribuito a scaldarli o raffreddarli, a seconda degli eventi. Ed è questo che fa un narratore: ci racconta le emozioni e gli stati d'animo dei protagonisti della storia, interpretandoli con la fantasia ma senza mai discostarsi dai lasciti storici documentati.
Non dimentichiamo la saggistica, come la serie di eBook della collana "Scrivere Bene": non hai paura con questa di svelare troppi "segreti del mestiere"?
Sai che tanti (troppi, dico io) colleghi scrittori non fanno altro che rinfacciarmi proprio questa cosa? Ma come, si lamentano, se spieghi a tutti quali sono i segreti per diventare scrittori, domani avremo una concorrenza spietata. Questo è quello che credono, ma io so bene che non è così. Prima di tutto, non basta sapere quali sono le tecniche per scrivere un romanzo per fare di chiunque un romanziere. Serve il talento, serve la fantasia, serve l'innata capacità di sapere che cosa vuole il pubblico, e queste cose non si insegnano (la tecnica serve solo a dare vigore a tutto ciò, ma se non si ha talento non si va da nessuna parte). E poi, io non sono solo uno scrittore: sono un editor, un editore, e ho continuamente bisogno di bravi autori da pubblicare, quindi piuttosto che leggere tonnellate di dattiloscritti impostati senza alcun criterio narrativo, preferisco suggerire agli autori come muoversi, come comportarsi applicando le principali tecniche di scrittura, così poi sarà più facile anche per me leggere e valutare i nuovi talenti da lanciare sul mercato.
Il tuo lavoro ti porta anche dall'altra parte della pagina, in qualità di editor per le uscite Mondadori da edicola: cosa si prova ad avere sulle spalle la responsabilità di collane così storiche?
Una enorme soddisfazione, prima di tutto. Ho passato l'infanzia leggendo i Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo, collane che mio padre acquistava regolarmente e che fin da bambino avevo tra le mani (dico, vogliamo mettere la suggestione delle copertine di Urania, con quei mondi lontani, gli alieni, le astronavi? E le donnine provocanti di Segretissimo? O le misteriose illustrazioni dei Gialli?), e poter sedere adesso sulla tolda di comando è un'emozione che fatico a descrivere. Dopodiché, si tratta di una responsabilità enorme, e di questo me ne rendo conto, però diciamo che cerco di fare al meglio il mio mestiere, e al momento i risultati di vendita mi danno ragione, quindi sono un po' più sereno.
Oltre che scrittore di lunga data sei anche chiamato a valutare opere inedite in varie occasioni: che consiglio puoi dare ad un aspirante scrittore per colpire la tua attenzione?
Il problema è che tutti scrivono, e tutti lo fanno più o meno nello stesso modo. Arrivano decine di romanzi o racconti che sembrano scritti tutti dalla stessa persona, strutturati nello stesso modo, con una piattezza di stile scoraggiante. Bisogna cercare di farsi notare prima di tutto cercando una strada personale, stilistica e di costruzione delle opere, per dimostrare di avere qualcosa di nuovo da dire (non solo nei contenuti, anche nella forma). Altrimenti siamo tutti uguali, e risaltare nella massa diventa davvero difficile.
Questa estate ti ritaglierai una vacanza di stacco totale dalla scrittura o comunque terrai sempre la penna (o la tastiera) a portata di mano anche in ferie?
Come detto, io scrivo sempre, che sia Ferragosto, Natale o Capodanno. Non è un lavoro, non è uno sforzo, è un piacere, un'esigenza. Come respirare. Tu smetteresti di respirare solo perché sei in vacanza? Io no.
Per finire, ti chiedo un consiglio triplo per i lettori: un luogo da visitare questa estate, un film da vedere (di qualsiasi periodo) e un libro da leggere in vacanza (oltre ovviamente al tuo romanzo).
Partiamo dal luogo: consiglio per chi non ci fosse ancora stato una città tra le più bele del mondo, Madrid, in cui sono stato di recente. Non tanto per i monumenti (ce ne sono davvero pochi), quanto per la gente, per l'atmosfera che si respira, per le vie sempre brulicanti di vita e per le notti di movida.
Per quanto riguarda il film… be', non posso che suggerire il mio film, uscito nelle sale i primi di giugno, per la regia di All Zammi (nome d'arte di Claudio Zamarion). Si intitola “Parasitic Twin”, è un thriller gotico abbastanza particolare, e l'ho scritto come soggettista e sceneggiatore insieme all'amico Francesco Spagnuolo.
Infine, il libro. Nessun dubbio, in questo senso: “The Terror” di Dan Simmons, che forse qualcuno aveva già acquistato tempo fa, quando uscì con il vecchio titolo “La scomparsa dell'Erebus”, e da cui è stata tratta la serie televisiva “The Terror”, trasmessa da Amazon Video. Uno dei libri più belli che abbia mai letto, ambientato nel freddo glaciale dell'Artico, e dunque perfetto per il solleone d'estate. ;-)
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Chiudo ricordando i libri di Franco Forte disponibili su Amazon e su Delos Store. Ecco il suo sito ufficiale.
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