La collana “Il Giallo Mondadori” di novembre (n. 3162) presenta L'ora più buia della notte di Enrico Luceri.
La trama
Nella villa dell’archeologo Enrico Roselli cova una miscela esplosiva di rancori e segreti. Impegnato nella produzione di documentari televisivi, Roselli si tormenta all’idea di aver abbandonato la ricerca sul campo, il contatto con la terra che è l’anima del suo lavoro, fatto di scavi e scoperte entusiasmanti. Per fortuna ha accanto la sua collaboratrice, Irene, che lo ammira sinceramente, secondo qualcuno forse troppo. Poi c’è la moglie, Roby, molto più giovane. Alla loro domestica non è sfuggita la sua tresca con un amico di famiglia, di cui il marito dev’essere messo al corrente. Sarà tuttavia un episodio insignificante, come un bicchiere di latte rovesciato, a innescare una sequenza inarrestabile di tragici eventi. Del resto un archeologo dovrebbe aspettarselo che, dopo una vita passata a riportare alla luce tombe protette da sortilegi e antiche maledizioni, una qualche sciagura incomba su di lui. Ma Roselli non è tipo da cedere alla superstizione, e questo non lo aiuterà. Tra quelle mura alberga una presenza che vuole uccidere. È solo questione di tempo.
L’incipit
Due mesi prima
Il terreno che calpestava era arido e sassoso, e le sue scarpe sollevavano un filo di polvere che il vento disperdeva verso le radici degli ulivi. Uno stormo di corvi spiccò il volo, infastidito dalla sua presenza. Il campo era secco per la prolungata siccità, cominciata alla fine della primavera e proseguita durante quella lunga estate. Però l’autunno era alle porte e presto sarebbero arrivate le prime piogge a dare sollievo a quella distesa esausta. Pensò che il suolo fosse duro e teso come la pelle di un tamburo, tanto che sarebbe bastato chinarsi e percuoterlo con il pugno per sentirlo risuonare con un tonfo sordo, ritmico, trasmettendo un messaggio giunto fin lì da un’epoca così remota da sconfinare nel mito.
Sorrise, e s’inginocchiò quasi con rispetto. Sfiorò con le dita i radi ciuffi d’erba secca, posò il palmo della mano sul terreno e lo accarezzò, poi lo batté con le nocche, con il gesto pieno di speranza di chi bussa a una porta chiusa da secoli. Appoggiò la tempia al suolo, come facevano i pellirosse nei film western, quando cercavano di distinguere l’eco di una mandria al galoppo a chilometri di distanza. Una lucertola scappò agitando la coda, qualcosa strisciò lì vicino, ma la persona non si mosse per un paio di minuti.
Infine strappò dei fili d’erba, li infilò a un angolo della bocca e li succhiò. Raccolse una manciata di terra, che subito dopo lasciò scivolare fra le dita, fissando con aria affascinata le volute con cui turbinava fra i filari di vite, trascinata dal vento che si era levato non appena il sole aveva cominciato a tramontare. Masticò i fili d’erba prima di gettarli via, sorrise ancora una volta e si alzò, pensando che aveva appena compiuto gesti antichi come il tempo.
L'autore
Enrico Luceri, romano, laureato in Ingegneria, ha scritto romanzi, racconti, saggi, articoli, soggetti e sceneggiature cinematografiche. Fra le sue pubblicazioni, i romanzi Il mio volto è uno specchio (Il Giallo Mondadori n. 2967), vincitore nel 2008 del premio Tedeschi, Buio come una cantina chiusa (Il Giallo Mondadori n. 3082) e Le colpe dei figli (Il Giallo Mondadori n. 3126), i racconti Donne al buio nell’antologia Delitti in giallo (Il Giallo Mondadori extra n. 23) e Il miglior perdono è la vendetta (I Classici del Giallo n. 1329) e diversi articoli pubblicati in appendice alla collana dei Classici del Giallo fra il 2009 e il 2011.
Info
L'ora più buia della notte di Enrico Luceri (Il Giallo Mondadori n. 3162), 182 pagine, euro 5,90
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