Racconti di classe…
Il Club delle Vecchie Signore e altri racconti di Georges Simenon, Adelphi 2017.
E’ sempre un piacere trattenersi un po’ con Simenon. Qui abbiamo quattro racconti che narrano le avventure della famosa Agenzia O.
Partiamo dal primo Il prigioniero di Lagny.
Torrence, Émile e Barbet “cioè l’organico maschile dell’Agenzia O”, si trovano, al buio, sotto l’acqua gelida che viene giù dal cielo, sulla riva di un fiume. E’ arrivata una lettera senza firma. L’autore chiede loro aiuto perché sequestrato in un luogo che ignora. Tuttavia ha dato qualche indicazione che potrebbe servire a ritrovarlo. Il gruppo indaga: una casa abbandonata, una chiatta, un pittore proprietario della medesima e una giovane donna che posa nuda. Uccisa. Come accusare il pittore dell’assassinio, tra l’altro amico di persone importanti?.
Il Club delle vecchie Signore
Émile dalla signora Pitchard. Deve rivelargli un fatto strano. Tutte le settimane ha l’abitudine di invitare a casa sua una delle signore iscritte al Club delle Vecchie Signore dove si gioca a bridge e ad altri intrattenimenti di società. Sabato scorso è toccato alla signora Sacramento, ovvero non proprio signora se gli è spuntata la barba! Chi è, dunque, costui?. E perché si è fatto ammettere al Club?. Ricerca interessante, incontro con una vecchia fiamma e…occhio alla mela!
Il dottor Beccamorti
Qui, ragazzi, ci sono anche gli scacchi (altra mia passione). Subito all’inizio abbiamo un signore (in seguito sapremo essere il dottor Maupin, ovvero il dottor Beccamorti) che, nel Club degli scacchi di Parigi, appena finita una seconda partita, si sta concedendo qualche attimo di riposo quando arriva il vicepresidente del club “Scusi dottore…Mi permetta di presentarle un amico…Non fa parte del circolo, ma stasera è qui come invitato e poco fa l’ha vista giocare…”. Insomma l’amico lo sfida apertamente ed è perfino disposto a concedergli il vantaggio di una Torre e di un Alfiere. A lui, uno dei più forti giocatori del circolo, che ha già vinto con un russo assai famoso! Una partita senza senso, anche perché il giovanotto, presentato come Tallandier è, in effetti, Émile, la mente della Agenzia investigativa O. Egli ha come unico scopo quello di trattenere il dottor fino all’arrivo di una telefonata da Barbet, ex scassinatore diventato fattorino della suddetta agenzia, che sta ispezionando minuziosamente l’appartamento proprio di Maupin. Infatti si pensa che ci tenga prigioniera una sua paziente. Niente, ora non c’è ma in seguito verrà trovata proprio lì morta stecchita. Aggiungo una nipote, un’amante, un testamento e…una colla forte…
Il ricatto dell’Agenzia O
“Signor Torrence, prego, ci segua alla Polizia giudiziaria”. E il nostro viene arrestato perché ha in mano una busta piena di banconote! Incredibile. Caso complesso: uno scultore che confessa un assassinio, un ricattatore e perfino sospetti di Torrence stesso sui suoi dipendenti. Insomma un’agenzia seria e rispettata “sull’orlo della rovina e del disonore!”. Come risolvere la delicata situazione?…
Situazioni pazzesche, scherzose, umoristiche, stravaganti. Sembra quasi di vedere Simenon che si diverte come un matto a infilare i suoi personaggi in vicende comiche e grottesche, perfino paradossali. Personaggi vivi con le loro concrete caratteristiche fisiche e umorali, che si danno da fare, scrutano, indagano, deducono ma a volte in difficoltà di fronte a certi momenti incongrui e inaspettati. Racconti estrosi, frizzanti. Racconti di classe.
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