Incredibile Woolrich…
Prologo. Il poliziotto Shawn sta tornando a casa lungo il fiume. Fischietta una canzone allegra, trova tre banconote sulla strada, un anello e, più avanti, una borsetta nera e un orologio sull’orlo del parapetto. Ma vede, soprattutto, una donna che sta per gettarsi nel fiume. La salva. E’ giovane e bella, non più di venti anni. Ce l’ha con le stelle, con il loro luccichio “Non voglio più vederle! Perché devono sempre risplendere? Non la smettono mai?”
Trattasi di Jean Reid. Racconta la sua storia. Figlia di Harlan , ha perso la madre a due anni, vissuta con il padre che, ad un certo punto, deve partire per San Francisco. Meglio che non parta, secondo suggerimento della cameriera Eileen in un ristorante aperto tutta la notte. Meglio che non parta. Qualcosa di brutto accadrà. L’ha sentito da una persona che conosce.
Per Jean momenti di crisi, di panico. Sarà una bufala, ma se poi fosse vero? In effetti l’aereo cade, tutti morti, eccetto il padre che parte in ritardo. Allora c’è veramente un uomo in città capace di predire il futuro. Bisogna incontrarlo. Niente di eccezionale in lui, una figura quasi dimessa, con una “voce profonda e lenta”, “una specie di patriarca di notevole statura dalla barba folta.” E’ Tompkins, che rilascia altre piccole previsioni, tutte realizzate. Agitazione, scompiglio, paura, soprattutto per l’ultima: la morte di Harlan, fra tre settimane “Tra il quattordici e il quindici di giugno. A mezzanotte in punto.” Come? “Morirà tra le fauci di un leone.”
Interviene la polizia guidata da McManus per indagare e scongiurare la fatale profezia. Bisogna assolutamente scoprire cosa c’è “dietro la messinscena, chi è il responsabile, come è stato messo in atto il trucco e così via.” Dunque, tra le altre, soprattutto non perdere di vista Hopkins e cercare dei leoni dovunque si trovino. Basteranno a scongiurare l’evento fatale?…
Una narrazione lenta, di una esasperata lentezza, tesa a penetrare nei meandri dei personaggi per metterne in rilievo, i dubbi, le paure, gli incubi, le angosce, il panico. Soprattutto di Harlan che sente arrivare la sua fine mentre le ore scandiscono, con il suono della pendola, il tempo rimasto.
Ma in conclusione, dopo sviluppi incredibili e inquietanti, quando tutto sembra a posto (di mezzo l’eredità e il solito vile denaro) qualcosa non quadra “C’è qualcosa in tutta questa storia, ne sono certo. Qualcosa che non posso inserire nel rapporto e che resterà per sempre un’ossessione” afferma McMnus.
Forse anche per noi lettori intrappolati dentro una storia agghiacciante dove sembra agire un destino maligno (non solo indifferente) secondo una sua precisa volontà. Gli si può sfuggire? Si può cambiare? Oppure tutto è segnato nella volta del cielo dalle stelle, da “quei puntini scintillanti, così remoti e impenetrabili.”?
Chissà…
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