Si indaga nel Medioevo…
Oxford 1264. “Thomas Symor scese dal carro , appoggiando i piedi sul fango ghiacciato.” Le gambe indolenzite non lo reggono e scivola nel canale al centro della strada. “Non era così che aveva immaginato il suo arrivo in città; si sarebbe aspettato quantomeno un accompagnatore che lo scortasse fino all’università.” Quindici anni, alto, sveglio, capelli biondi e occhi azzurri, tormentato dalla morte di suo padre. Un grido in una serata di nebbia fittissima. Una donna è uccisa con un taglio alla gola (si saprà poi che si tratta di Margaret Gebetz, la serva francese del maestro John Fyssh) e lui che viene scambiato per l’assassino. Messo in salvo da William Falconer, statura imponente, maestro di logica aristotelica all’università di Oxford. Subito attratto dall’omicidio, perché di un particolare omicidio si tratta visto che lo squarcio della gola non è orizzontale (come se qualcuno l’avesse presa alle spalle) ma di traverso (e, dunque un incontro con una persona conosciuta, un delitto premeditato). Reso ancor più misterioso dalla scomparsa di un libro che era nelle mani di Margaret e ora ricercato dall’assassino. Perché? Quali segreti poteva nascondere?
Anche il giovane Thomas, per farsi bello agli occhi del Maestro, si mette alla ricerca della verità, riuscendo soltanto ad infilarsi nei guai, perdendosi nel quartiere ebraico, dove rischia la vita per essersi invaghito di Hannah, figlia dell’erborista ebreo Samson. Il caso si complica con l’arrivo di altre morti violente e con l’invito, da parte del rettore dell’università, a non interferire nelle indagini.
La vicenda si colloca sullo sfondo storico delle lotte baronali contro il re Enrico III, il cui figlio Edoardo è invitato, proprio dal rettore, ad uno splendido banchetto, durante il quale Falconer si avvale dell’aiuto di Thomas per controllare i principali sospetti. Allievo di Roger Bacon “da lui ha appreso che la scienza è materia di indagine e non di mera speculazione verbale.” Dunque, alla fine, riconoscendo anche un errore iniziale, il nostro investigatore del Medioevo dichiara “Se interpretati correttamente, tutti i fatti conducono inevitabilmente alla verità cruciale, ovvero l’identità dell’assassino.” Per lui non c’è scampo.
Un po’ giallo, un po’ thriller, l’azione si sposta circolarmente tra vari personaggi attraverso una scrittura che richiede molta attenzione, soprattutto durante la prima parte. Dopodiché se ne può gustare tutta la qualità.
Per I racconti del giallo abbiamo Sorriso di morte di Massimo Lunati.
Aliprando Primo Prandini in carrozzina motorizzata per sclerosi laterale amiotrofica, persa la figlia e lasciato dalla moglie. Aiutato dalla dottoressa Bachin volata sul terrazzino sottostante dell’ospedale per malati terminali. Qualcuno l’ha uccisa. Lo sporcaccione di Sinedri o la caposala tedesca Meier che le ha rubato il fidanzato? O chi altro?…Prandini al lavoro ascoltando gli interrogatori del commissario Nascimbeni da una parete del gabinetto con uno stetofonendoscopio. Occhio al Ketoconazolo e tutto si risolve. Anche la sua vita disgraziata.
Ottima idea, bel personaggio, argomento delicato svolto con tatto, ironia e momenti di sorriso.
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