Caro Sergio,

cominciavamo sempre così quando gli inviamo una mail.

Chiudevamo con "YFGF Z&N", Yours Faithfull Goodfellas Z&N .

ZEN, come il nome di questa nostra rubrica, come ci aveva chiamato lui un tempo, nel corso di una presentazione. Era bastata quella sola volta perché diventasse così familiare per noi da utilizzarlo a ogni scambio di mail. Uno dei suoi tanti efficaci neologismi.

Caro Sergio e YFGF Z&N.

Prima, tutto l'affetto, l'amicizia, la stima. Alla fine, il gioco, la parte, il divertimento.

Un minuscolo alfa e omega pazzo.

Lui invece iniziava con "Hey kids,".

Era rassicurante aprire una sua mail. Sapevi quali erano le parole che l'avrebbero cominciata e questo rinfrancava, svoltava già magari una giornata storta o ti metteva energia quando si era giù di corda.

Una consuetudine bellissima.

Chiudeva con Serg, semplicemente. Ultimamente con Serg e nella riga sotto, The Bane.

L'amicizia, leale, profonda, era alla base di tutto.

Lo conoscemmo tanti anni fa a Courmayeur, durante uno dei Festival Noir. Era moderatore di un autore straniero. Lui, un colosso a un simposio. Alla fine, decidemmo di conoscerlo.

"Buongiorno Ingegner Altieri"

Ci guardò strano, ma l'approccio lo divertì.

Si dimostrò subito un Grande Uomo, non per la stazza, un grizzly che poteva anche incutere timore, ma nel cuore, negli occhi. La voce possente mascherava una sensibilità fortissima. Lo sguardo, severo al primo velo, celava in realtà una trasparenza rara, genuina, senza compromessi. Ci fu una stretta di mano, forte, vigorosa, di quelle da pard, pronta all'altruismo. Quei pochi minuti furono qualcosa che nemmeno oggi è possibile spiegare o descrivere. Ma una cosa la capimmo. Avevamo di fronte una persona speciale. Vera, fino al midollo. Da quella stretta di mano ebbe origine un'amicizia che si è consolidata negli anni.

Fino a quel momento, ci era noto soltanto il grandissimo autore, unico nella sua scrittura nichilista pregna di un'angoscia esistenziale e così futurustica da prevedere cose poi accadute anni dopo. Forse, Sergio assopiva i propri timori per un mondo che si stava sgretolando, in quelle sue battaglie campali, possenti, dove l'uomo è nemico di stesso prima del nemico da combattere, dove l'uomo è confuso, ferito, lacerato dentro dalle sue ombre.

Ma si divertiva anche un sacco a creare queste apocalissi spietate, a stretto confine con una realtà nemmeno troppo distante, in cui i dettagli, le elevate competenze, non erano mezzo, ma parte integrante della sua scrittura, se non scrittura stessa.

Poi c'era il grande traduttore (Chandler, Lovecraft, fino ad arrivare a Martin) e lo sceneggiatore che era stato a Hollywood per anni, a contatto con grandi registi e attori famosi, che aveva creato e partecipato a sceneggiature di film importanti.

Ma non avevamo mai avuto la possibilità di incontrare l'uomo.

Fu un onore. Questo è quello che davvero fu quel giorno. Lo è tuttora e lo sarà sempre.

Ci sono state numerose collaborazioni di lavoro nel corso degli anni. Lui apprezzava la nostra scrittura, gli piacevano le nostre storie internazionali a grande respiro, le trame complesse. Abbiamo avuto anche l'onore di un paio di suoi blurbs e che un nostro libro venisse acquistato da un'altra casa per essere pubblicato nei Gialli Mondadori quando lui era direttore editoriale. Una conferma del suo apprezzamento nei nostri confronti di cui andiamo fieri. Il premio più grande per il nostro lavoro, perché venne da Sergio.

Coniò per noi il termine il techno thriller writing team del futuro.

Lo pronunciò con il suo vocione a un Salone del Libro di Torino, mentre giravamo per gli Stand. Era un privilegio poter camminare insieme nella terra dei libri. Lui enorme, con il suo zaino in spalla, un soldato bonario che torna da una guerra e che è pronto a ripartire per un altro fronte. Noi piccoli, come doveva essere, anche se lui non ha mai sfoggiato saccenza e mai si è sentito superiore rispetto a qualcuno. Non ha mai fatto pesare la sua grandissima cultura, competenza, l'intelligenza. Ha sempre espresso le sue idee, anche con forza e tenacia, ma mai ha imposto qualcosa.

Abbiamo fatto tante presentazioni insieme. Ne vogliamo ricordare una in particolare alla Libreria del Corso di Milano. Quel giorno, lui era appena arrivato da Los Angeles da poche ore, ma venne ugualmente alla presentazione, anche se stanco, con lo jet-lag che gli ballava in testa.

Ma lui era così, la parola data aveva un valore. Sempre.

A ogni nuova stretta di mano, a ogni incontro, era amicizia che si aggiungeva a quella stretta di mano lontana di Courmayeur. Era un orgoglio grandissimo anche soltanto potergli dire "Ciao Sergio, è un po' che non ci vediamo." Bastava quello. I suoi occhi comunicavano, il suo umorismo dissacrante faceva il resto. Erano imperdibili i suoi aneddoti su Hollywood, era fantastico ascoltarlo mentre spiegava il metodo del suo lavoro, su come e in che modo scientifico nascevano i suoi mirabili romanzi.

Autoironico, divertente, non ha mai camminato sospeso da terra, anche se avrebbe potuto permetterselo, eccome se avrebbe potuto.

L'umiltà dei grandi. Sembra un luogo comune, ma è così. È vero.

Lui che poteva essere metri e metri davanti a tutti, si piazzava tra le retrovie, al massimo, al tuo fianco.

Al vostro fianco. Lo scriveva spesso nelle sue mail.

Noi lo saremo sempre al tuo.

Sergio Altieri era un Uomo. Una rarità nel mondo di oggi. Cuore e anima, soprattutto. Entrambi. Ancora più raro.

Ora c'è un profondo buio dentro il quale passano tutti i ricordi, per essere poi inghiottiti da altro buio. Perdere un amico non dà pace nemmeno dentro i ricordi. Perderlo così, in una mano beffarda di una vita bastarda, è ancora più dura. Non si può accettare, anche se il tempo poi lo farà comprendere. Ma la comprensione è distante anni luce dal poterlo accettare.

Non vogliamo pensare di non poter più leggere un Hey kids, o di non poter più scrivere YFGF alla conclusione di una mail inviata.

No, è un pensiero terribile. Da scacciare, da eliminare doubletappointblank.

Non vogliamo pensare di non ascoltare più il suo bonario vocione al telefono, di non potergli più stringere la mano e dargli un forte abbraccio. Di non ricevere più i suoi consigli, che erano guida, punti di riferimento per noi.

Ora Russell Brendan Kane sarà in ricognizione, in avanscoperta a liberargli la strada, come conviene a un vero sniper. Wulfgar sarà al suo fianco, con le mille cicatrici a raccontare storie già vissute e altre ancora da venire.

Alan Jericho Wolf gli coprirà le spalle, formazione tattica, insieme a Solomon Newton, Alexandra Nemes, Lydia Yates e Trevor Alton Demunn. Già, perché non ci sono buoni e cattivi ora, ma un corteo di personaggi che rendono gli onori e fanno il cammino insieme a uno dei più grandi narratori mai esistiti. Diretti verso il Vuoto. In alto, il frastuono del Phoenix di Ben Yurick, stella cometa ultratecnologica, stella fantasma della Terra delle Ombre.

Hey Man, ci vediamo alla prossima! L'Apocalisse versa le sue lacrime, i lupi abbassano la testa e rendono onore, come deve essere.

Abbiamo pensato a un modesto omaggio. Bastano i titoli dei suoi libri per creare un breve incipit.

L'eretico avanzò alla fine della notte, corridore nella pioggia di una città d'ombre. Un Kondor si alzò oltre l'ultima luce,mentre la furia, demone della città oscura, gridò il suo Armageddon all'interno del campo di fuoco, nella killzone oltre l'ultimo muro. Codice Magellan nella destra, victoria cross splendente al petto. Lui era l'ultimo dei Warriors degli Underwolds conosciuti, l'uomo esterno nell'occhio sotterraneo dello juggernaut. Gli orrizzonti d'acciaio dell'Hellgate gli apparvero all'improvviso, tremolanti al riverbero come uno scarecrow animato dal vento.

È tempo di concludere, ma prima di farlo, ancora due rapide note, che esulano dal Sergio apocalittico, a testimonianza della poliedrica carriera.

La prima. Possiamo definire Alan D. Altieri un autore rock, per la sua scrittura potente.

Come ogni artista rock quindi, capace di ballads struggenti. Come poter dimenticare il finale di quel capolavoro che è il trittico di Magdeburg? ( due sole pagine, alla fine de "Il demone", un compendio di secoli di letteratura d'amore, quello vero e dannato, impossibile da vivere)

La seconda. Quella gemma di politica internazionale, ambientale, economica che è "Death Economy".

Alan D.Altieri, per noi semplicemente Sergio. Riposa in pace, Amico.

Non puoi immaginare, nella modestia che ti ha sempre contraddistinto, quanto ci mancherai.

Oltre l'Apocalisse, il Vuoto sarà il nostro punto di incontro. Perché ci rivedremo, Sergio.

YFGF

Z&N