Tanto per sorridere…
Ci sono passato due o tre volte davanti allo scaffale dei libri. Poi l’ho preso. Per il titolo che mi faceva sorridere. O vediamo un po’, mi sono detto, che cosa c’entrano questi maiali.
Storia ricca di personaggi. Più o meno normali. Ovvero strambi, pittoreschi, unici. Segnalati spesso come titolo dei capitoli con il vero cognome o l’appellativo: il Gadan, il Sausissa, il Pagliasso, il Ganimede, il Settegiacche, il Barachin, lo Sgnacabognon. E via tutti gli altri partendo da Gianni Gribaudo (pseudonimo dell’autore), giornalista di una piccola testata delle Langhe che “si occupa prevalentemente di sport e, all’occorrenza, di cronaca nera.” Come in questo caso a Fargo, durante un inverno maledetto. E’ stato trovato un morto tra i maiali o, meglio, “lo scheletro di una mano con dei pezzi di carne ancora attaccati.” (in seguito arriverà anche quello della testa). In un campo della valle Bacciglio dove c’è una discarica abusiva.
Per dirne una sulle caratteristiche dei personaggi il Settegiacche, ex maestro di scuola, crede di vivere ancora al tempo del Fascio, dei partigiani e delle SS (“Il Duce oggi ha parlato?” domanda) e sarà utile al Nostro con le sue strampalate osservazioni. C’è, poi, la mamma che lo assilla come fosse un bimbo piccolo; c’è la segretaria formosa e bonazza di cui è invaghito che lo “tradisce” con il Gadan, baby pensionato vestito da damerino e dal “naso aguzzo sempre pronto a infilarsi nei fatti degli altri.”; c’è il commissario Esposito napoletano, “un uomo tozzo con dei riccioli corti intorno a una chierica pelata”, che non sopporta i giornalisti e non capisce il dialetto (anche il sottoscritto talvolta in ambascia).
Gianni Gribaudo non si dà per vinto, gira di qui, gira di là, incazzicchiato alquanto per la tresca della segretaria, alla ricerca di qualche indizio, di una prova concreta che anche il capo e il direttore, come la madre, lo tormentano. Niente articolo, niente stipendio.
Ed ecco qualcosa di concreto salta fuori: una famiglia povera si comporta stranamente (vogliono imbiancare la casa proprio a gennaio), un paziente del medico condotto non si fa vedere. Ma allora?… Il pezzo finale di Gianni Gribaudo esce bello pimpante a risolvere il mistero, chiarire ogni particolare, far contenti i superiori, salvare gli sghei e fregare la stampa concorrente.
Un’avventura lungo il filo dell’ironia e del sorriso che nasce dalla scelta di un linguaggio brioso in prima persona intriso di dialetto, di personaggi e situazioni che si buttano, da soli, sul comico. Un libro leggero e divertente, con i tempi giusti, senza strafare c cadere nell’eccesso.
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