Delitto con replica
Telefono assassino…
Delitto con replica di Georgette Heyer, Mondadori 2017.
“Quel che restava di Dan Seaton-Carey era raggomitolato sulla sedia accanto al tavolo del telefono, nell’angolo tra la porta e la prima delle due lunghe finestre schermate dalle tende. L’uomo aveva il viso orribilmente distorto, e due pezzi di filo metallico gli spuntavano dietro il collo…” Strangolato durante un bridge party nella dimora dell’ambiziosa Lilias Hadington dove c’è pure l’avvocato Timothy Harte, detto il Terribile (ha fatto la guerra nei corpi speciali), invaghito della bella segretaria Beulah Birtley che non piace per niente a sua madre (e, infatti, vi ha spedito il fratello maggiore James a sorvegliare e indagare). Cinquantacinque persone, compresa la servitù, in casa al momento dell’omicidio, ma solo sette sospettate. Una bella gatta da pelare per l’ispettore capo Hemingway di Scotland Yard (teatro, psicologia e appunti sul suo interminabile taccuino) in continuo scontro con il sottoposto Pershore di cui non ha nessuna fiducia, e piuttosto burbero anche con l’ispettore Grant che lo affiancherà nelle indagini.
Naturalmente tutti i sospettati hanno almeno un motivo per voler mettere a silenzio perpetuo il nostro Dan di cui non si capisce bene quale sia stato il suo mezzo di sostentamento ufficiale, dato che abitava in una zona residenziale e conduceva una vita brillante (donne ai suoi piedi e pure qualche “amichetto”). Tra questi sospettati un rappresentante della scuola comunista per cui “il più piccolo riferimento alla Russia sovietica agiva sul suo cervello come una droga potente, uccidendo in un attimo le sue facoltà critiche…” La faccenda si complica quando, come da titolo, il delitto si ripete con le stesse, identiche modalità nei confronti di un’altra persona.
Eleganza di scrittura, personaggi ben curati e delineati così come gli ambienti in cui si svolgono le azioni (forse qualche lungaggine di troppo), il mondo dell’aristocrazia e della “servitù”, i “buoni partiti” da sposare per le ragazze e i giovanotti con l’intromissione delle madri (quello-quella è più adatto per te, o non è per niente adatto/a). Una ricostruzione accurata dei movimenti dei sospettati, intreccio di situazioni amorose, qualcuno che è già stato in prigione per furto e per falso, droga, ricatto, un portacipria sparito, piccoli scorci sorridenti sui domestici niente affatto addolorati ma piacevolmente eccitati per l’accaduto, (più interessanti agli occhi di parenti e amici), lamentele sulle tasse (tipico di tutti i tempi), scontri, dicevo, tra madri e figli per questioni di cuore. Ma chi sarà l’assassino? E l’amore, quello vero, vincerà?…Traduzione superba di Mauro Boncompagni.
Georgette Heyer (1902-1974) è nota soprattutto per i romanzi storici ambientati per lo più nel XVIII° secolo, al tempo della Reggenza. Ma scrive anche gialli tra la Prima e la Seconda guerra mondiale tra cui questo “Duplicate Death” del 1951 che era ancora inedito. Un bel regalo.
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