Quando il morto ammazzato è in una stanza chiusa…
Classico giallo della camera chiusa a chiave dall’interno, senza nessun’altra possibilità di entrata, che ha mandato al manicomio più di una generazione di lettori. Siamo in un lussuoso palazzo della Quinta Strada. Più precisamente alle 23,29 del 15 febbraio. Il morto ammazzato nel suo studio con un foro di pallottola nella schiena è Fennimore Kingstone, l’assassina (sembra) la giovane moglie Katherine, trovata distesa sul pavimento e fra loro una Colt 38, l’arma del delitto. Porta chiusa a chiave dall’interno, pure con il catenaccio, nessuna possibilità di fuga senza lasciare traccia. Caso eclatante, anche perché Katherine, al suo risveglio, si chiude in un ferreo mutismo. Fino a quando non arriva l’ispettore Christopher McKee, capo del reparto investigativo della polizia di New York, e allora la faccenda non è così semplice come si pensava. Tra l’altro c’è un bel gruppo di personaggi che hanno da guadagnare dalla sua morte.
Altri strani avvenimenti si susseguono: un ladro che entra in casa del milionario per rubare un brillante e un filo di perle di inestimabile valore; la scomparsa di un innamorato di Katherine; un tentativo di ricatto; l’uccisione di qualcuno che poteva sapere di più sull’accaduto. Inoltre c’è da scoprire quale sia stata la donna velata che andò a visitare Katherine proprio il giorno dell’assassinio (perché?).
A fare da spalla al nostro McKee, alto e magro, c’è l’ispettore Pierson, grande, grosso e rubicondo che mastica il sigaro e con “la sua mente pratica” fornisce al suddetto “un filo di Arianna quando il procedimento si faceva intricato.”, anche se talvolta in contrasto con il modo di indagare del superiore. Vicenda oscura, difficile da decifrare fino a quando si accende la classica lampadina “Che stupido sono stato! Accidenti, che grandissimo stupido.”
Ottima orchestrazione generale con momenti di viva tensione e notevoli capacità introspettive, soprattutto nello sviluppo dei personaggi delineati nello loro complesse sfumature anche psicologiche, che non sfuggono all’occhio vigile di McKee e rendono il tutto una gradevole e avvincente lettura.
Per “I racconti del giallo” ecco “Natale con il morto” di Cataldo Cazzato e Salvatore Lecce, vincitori del premio Nebbiagialla 2015.
Ucciso Gaetano Cappadonna detto Tano Livedda con un buco in testa. Indaga il maresciallo aiutante Attilio Randazzo. Mogli, amanti, perdite cospicue al gioco delle carte. Tra questi problemi si nasconde l’assassino. Ma siamo proprio sicuri? Occhio a certi particolari come una catasta di legna. Lettura che scivola sinuosa con soluzione supercollaudata.
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