Siamo negli anni '50, su coste statunitensi martellate dal maltempo. I due agenti dell'FBI protagonisti di questo romanzo di Dennis Lehane hanno la missione di rintracciare una donna pazza e criminale, evasa da una struttura psichiatrica di massima sicurezza. Tale ospedale è posto addirittura su un'isola, il che rende ancora più complicate le indagini: innanzitutto perché è molto difficile capire come abbia fatto la ricercata ad allontanarsi dalla struttura, e poi perché una volta giunti sull'isola – manco a dirlo – i due agenti sono bloccati là da uno dei peggiori temporali del decennio.
Le indagini intanto si fanno via via più complesse e disorientanti. Il personale sanitario mantiene un atteggiamento ambiguo verso gli agenti: all'apparenza sono tutti desiderosi di aiutare l'FBI a rintracciare l'evasa, in realtà sembrano nascondere qualcosa. Qualcosa di grosso: sorge ben presto il sospetto che sull'isola si compiano mostruosi esperimenti sulla mente dei pazienti, usati come cavie umane senza alcuna remora. E i protagonisti si troveranno progressivamente invischiati in un piano che rischia di farli uscire completamente di senno...
Che dire di più su questo thriller di Lehane senza svelare troppo della trama? La scrittura è efficace, scorrevole; i personaggi ben delineati. L'ambientazione poi è abbastanza particolare da suscitare molta curiosità. L'isola della paura dunque sarebbe un ottimo romanzo se fosse uscito molti decenni fa, o se si intraprendesse la sua lettura con la mente pari a una tabula rasa, senza le stratificazioni di altri romanzi, altri film, altre puntate di telefilm anche dozzinali, che hanno sempre sfruttato un analogo meccanismo alla base della storia. Purtroppo invece si legge il libro tenendo costantemente incrociate le dita e pregando che alla fine tutta la vicenda non si risolva come temevamo. Fino a tre quarti del libro sembrano esserci buone speranze che Lehane voglia solo giocare con certi cliché, per poi ribaltare la frittata di fronte al lettore; e invece i dubbi si rivelano proprio fondati.
In conclusione una narrazione magistrale, condotta con dovizia di particolari, d'accordo; ma innestata su una trama assai deludente e convenzionale. Dall'autore di Mystic river sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosina di più.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID