Gabriella Genisi coniuga la trama gialla con le incursioni gastronomiche, qui testimoniate nel titolo e nell’inserimento a fine romanzo di un ricettario di piatti tipici pugliesi. Il personaggio seriale è il commissionario Lobosco, bellona dai capelli corvini in cerca dell’anima gemella. La trama è molto attuale, affrontando i temi dell’usura e dello stupro.
L’indagine parte dalla morte violenta e un tantino ridicola di un cuoco à la page di un famoso ristorante della Bari vecchia e si svilupperà fra drammi familiari e sentimentali, in senso allargato. Di più non si può dire. Gli eventi sono narrati In prima persona dal commissario con l’utilizzo della sintassi e di qualche espressione tipica pugliese, essendo il poliziesco ambientato a Bari. I dialoghi strettamente legati all’inchiesta (fra poliziotti, con gli indagati e con le altre figure di contorno) sono poco verosimili per un’indagine caratterizzata da una trama che vuol rimanere attinente alla realtà. I personaggi principali, con l’esclusione dei momenti in cui la protagonista s’interroga sui fallimenti della sua vita privata, appaiono piuttosto abbozzati. Da segnalare le citazioni dal marsigliese Izzo con l’introduzione nella rama del personaggio di Fabio Montale, e di Camilleri, fra i giallisti.
Gabriella Genisi abita vicino Bari. Ha scritto vari polizieschi con il commissario Lolita Lobosco: “La circonferenza delle arance" (2010), “Giallo ciliegia" (2011), “Uva noir" (2012) e “Gioco pericoloso" (2014),tutti editi da Sonzogno.
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