La collana “I Classici del Giallo Mondadori” di agosto (n. 1375) presenta una avventura di Charlie Chan apparsa per la prima volta in Italia nel 1972, negli “Oscar del Crimine” (n. 405): Charlie Chan e il pappagallo cinese, seconda avventura del personaggio di Earl Derr Biggers.
Ecco la quarta di copertina:
Sally Jordan, un’ereditiera di Honolulu che naviga in cattive acque, è costretta a vendere una preziosa collana di perle. Il detective Charlie Chan, in arrivo dalle Hawaii, e il figlio di un gioielliere vengono incaricati di consegnarla all’acquirente, un finanziere di New York. All’improvviso c’è un cambio di programma: la consegna dovrà avvenire nel ranch californiano del finanziere. Laggiù, nel bel mezzo del deserto, i due trovano una situazione piuttosto strana: un compratore parecchio nervoso, un pappagallo bilingue che parla inglese e cinese, e le prove di un omicidio dove l’unica cosa che manca è il cadavere. Ovviamente l’affare delle perle passa in secondo piano. E quando il pappagallo, che potrebbe essere l’unico testimone del crimine, ci lascia le penne avvelenato con l’arsenico prima di poter rivelare qualche indizio, per Charlie è il momento di fare appello a tutta la sua saggezza orientale.
Ecco l’incipit:
Dalla strada nebbiosa Alexander Eden entrò nell’enorme sala marmorea da esposizione della ditta Meek & Eden. Dietro le favolose vetrine scintillanti di pietre preziose, argento, platino e oro, quaranta commessi azzimati scattarono sull’attenti. Le loro giacche immacolate non facevano la più piccola grinza, e nell’occhiello sinistro di ognuna era infilato un garofano rosa, fresco e profumato come se fosse cresciuto lì.
Eden chinò affabilmente il capo a destra e a sinistra, mentre le sue scarpe scricchiolavano allegramente sul pavimento lucidissimo. Il titolare della ditta era un ometto di bassa statura, grigio di capelli, dagli abiti e i modi impeccabili; il suo sguardo acuto e imperioso ben si intonava con l’importanza della sua posizione. Il clan dei Meek, infatti, dopo aver debitamente sudato per accumulare un enorme patrimonio, era tutto passato nel grande aldilà, lasciando Alexander Eden unico proprietario della più rinomata gioielleria a ovest delle Montagne Rocciose.
Earl Derr Biggers (1884-1933), statunitense, è stato anche giornalista e commediografo oltre che autore di gialli. Grazie al personaggio del detective sino-americano Charlie Chan, nel quale si fondono due culture così diverse e distanti, ha ottenuto un enorme successo che dai romanzi si è esteso al cinema, alla radio, ai fumetti.
All’interno, il racconto Danuta e il colonnello di Maria Cristina Taddeucci, secondo classificato all’ottava edizione del concorso Carabinieri in Giallo.
Charlie Chan e il pappagallo cinese di Earl Derr Biggers (I Classici del Giallo Mondadori n. 1375), 280 pagine, euro 5,90 - Traduzione di Caterina Longanesi
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