La Tigre dagli occhi di giada è un romanzo d'Avventura. Uso la A maiuscola perché, al contrario di moltissimi altri miei romanzi nei quali la spy story, la vicenda storica e persino la fantascienza  si sono contaminati con il ritmo e i meccanismi del racconto d'avventura, in questo caso non ci sono confini stabiliti da un solo genere.

L'Avventura come scoperta di realtà ignote ed esterne a sé, ma anche l'Avventura come percorso interiore, riscatto e presa di coscienza di cosa si è veramente. No, non temete, non intendo lanciarmi in un romanzo psicologico, 'lento' che si serve di uno spunto esotico per raccontare altro, magari con una pretesa autoriale. Mi conoscete, non credo in questo genere di narrativa. D'altronde credo che Conrad e Melville e Stevenson abbiano gi percorso questa strada  in modo più che  brillante. Non vedo perché (pur conservandone la memoria) dovrei seguire pedissequamente le loro tracce. No, La Tigre dagli occhi di  giada è una storia di una ricerca che affonda le radici in un passato antichissimo e coinvolge oggi uomini e donne con una pluralità di interessi e obiettivi che finiscono per essere costretti a collaborare in un ambiente estremamente ostile per sopravvivere.

Niente cospirazioni politiche, niente spie  schierate su blocchi opposti o investigatori alla caccia di un colpevole. È vero, parte di quel mio mondo immaginario resta, ma in questa occasione si tratta di una storia di individui slegati da ogni obbligo e vincolo politico o patriottico. La caccia al tesoro è  uno dei temi classici dell'Avventura e un motore potentissimo che unisce il desiderio di riportare alla luce qualcosa scomparso da tempo, di rivelarne l'essenza più recondita a dispetto di maledizioni che sfiorarono l'esoterico senza cadere nella magia o nel fantastico. Il contesto  prettamente realistico. Seguendo uno schema ormai caro ai cultori del genere, ho immaginato una situazione partenza calata in una epopea storica nota a tutti anche se per sommi capi.

I viaggi di Marco Polo nel Cathay. Un'epoca favolosa che porta l'Italia direttamente nel cuore di un Oriente misterioso, popolato ma negromanti, khan e guerrieri, da donne misteriose e assassini mascherati. Un favoloso tesoro andato perduto che racchiude in sé anche il segreto cuore di una setta antichissima. Per brevi capitoli ne seguiamo le tracce durante la Storia, prima alla corte di Kublay Khan, poi durante l'occupazione giapponese a Nanchino  e, infine, in un'isola di fantasia ma perfettamente plausibile, nel mare delle Andamane. Come ci  arrivata la grande statua della Tigre con gli occhi di giada? Perché proprio lì? E, mentre introduciamo i personaggi della vicenda ai nostri giorni (in parte italiani come a sottolineare che l'Avventura  per tradizione parte del nostro patrimonio genetico narrativo e reale), emergono altri indizi. Di quale mondo arcaico e ormai sommerso dalle catastrofi preistoriche l'isola di Batang era parte? Davvero quei bastioni che emergono dalla giungla erano stati costruiti da una civiltà fulgida quando il mondo aveva una diversa fisionomia? Erano mura costruite per tenere qualcosa al loro interno o per difendere tale civiltà da un pericolo che veniva dall'esterno  dallo sterminato oceano circostante?

Ma prima di arrivare al segreto della Tigre e a queste risposte un manipolo di personaggi  Si ritrova a partire dall'Italia, da Milano e da Venezia, mosso da più prosaiche motivazioni. La realizzazione di un film, il recupero di un manufatto di grande valore. La squadra che Marko Kanun, personaggio tormentato e volitivo, si trova a richiamare a s per proteggere e guidare la spedizione,  composita e variegata. Cos come differenti solo le donne che lo circondano. Simona, la producer di una rete tv, Saida, bellezza esotica non perfettamente inserita nella realtà italiana ma legata al protagonista da un rapporto difficile e tutto da risolvere, Joko, la donna  ideale, scomparsa tragicamente e ancora padrona dello spirito di  Marko. Sono tipologie femminili che rientrano negli archetipi dell'Avventura, ma scalpitano per giocare un ruolo importante, non solo di contorno  in una vicenda dominata dall'azione. Sì, quell'azione che si concreta non solo nello scontro fisico, nella sequenza emozionante, ma anche nel mistero, nell'intreccio di indizi di false piste, di delitti che colorano le nostre città di sfumature che le avvicinano a quell'oriente sognato che domina la parte finale dell'avventura.

La Storia si mescola alla leggenda, l'azione alla suspense, il sentimento  alla ricerca storica. Non essendoci un filo conduttore spionistico, ho potuto sfruttare alcuni meccanismi nuovi, contaminare l'azione con il mistero, caratterizzare con qualche tratto in più i personaggi e le loro decisioni, senza (mi auguro) cadere nella trappola del psicologismo fuori tema. Non temete, non fa parte del mio modo di raccontare. I personaggi si qualificano per ci che dicono e fanno, anche se, come in ogni mistero, le motivazioni di alcuni restano parzialmente in ombra per buona parte della storia, giusto per non toglie il gusto di immaginarci che cosa avverrà. Ma al culmine della vicenda saranno lì, buoni e cattivi, amanti e avversari, tutti schierati di fronte a una foresta fittissima, echeggiante di suoni misteriosi, popolata da creature che sembrano sopravvissute al tempo. Per scoprire il mistero della Tigre, che poi è il simbolo dell'enigma dentro ciascuno di noi, è necessario marciare con loro in un ambiente ostile e lussureggiante, magnifico e pericoloso. Esasperato, vorrei dire, al punto di portare alla luce la vera natura di ciascuno, i suoi sentimenti.

In questo senso l'Avventura esteriore, riflette quella interiore, senza flussi di coscienza e pesantezze psicologiche. Sono i fatti, come sempre, che rivelano ci che ciascuno  davvero e quali sono i suoi sentimenti. Una forza racchiusa negli occhi magnetici della Tigre che sono esteriormente gioielli ma conservano un incantesimo vecchio di secoli. Il segreto degli Yamabushi del Cipango, dei guerrieri stregoni di una setta marziale di cui si sono perdute le tracce, ma non la memoria. Sullo sfondo si muovono misteriosi guerrieri incappucciati, pronti a irrompere con la katana scintillante 

LA TIGRE DAGLI OCCHI DI GIADA, pagine 415 - euro 15.Dbook.it acquistabile sul sito Dbook.it e su Amazon.it Cartaceo e presto in Ebook.