Il giorno 9 giugno è arrivato in libreria, pubblicato dalla Edizioni Piemme, un nuovo romanzo di Michael Connelly dal titolo La scatola nera (The Black Box, 2012)
Questo romanzo, per la gioia dei tanti lettori, ha come protagonista Harry Bosch e secondo il sito Fantastic Fiction è il diciottesimo della serie.
E’ certo che se un appassionato di thriller vuol leggere un ottimo romanzo del genere, il nome di Michael Connelly è una assoluta garanzia; parliamo infatti di uno dei maestri del thriller, che dall’inizio degli anni ’90 conquista sempre i primi posti nelle classifiche stilate dai vari giornali e quotidiani sia in Usa che nei paesi dove vengono tradotti i suoi romanzi e in particolare quelli che hanno protagonista Harry Bosch.
Sappiamo che nella sua vita ha cambiato varie volte il lavoro, iniziando come detective della Los Angeles Police Department, si è poi dimesso dalla LAPD per fare l’investigatore privato e infine è rientrato nella polizia per occuparsi di vecchi casi irrisolti (i famosi “cold case”)
Nel presente romanzo il protagonista si deve occupare di un delitto avvenuto vent’anni prima quando era stata uccisa Anneke Jesperson, una fotoreporter danese. L'omicidio era stato commesso durante i famosi disordini a sfondo razziale avvenuti a LA dopo che gli agenti della LAPD avevano pestato a sangue un tassista di colore e poi erano stati assolti.
Delle indagini se ne stava occupando proprio Harry Bosch che aveva trovato un bossolo da nove millimetri, ma poi il caso era stato passato a un’altro dipartimento che non era riuscito a risolvere il caso; ora dopo vent’anni l’indagine torna nelle sue mani. In tutti questi anni le tecniche investigative sono migliorate notevolmente e anche se Bosch viene ostacolato dal suo nuovo capo, riesce a trovare la “scatola nera” (che non è quella degli aerei), cioè quell’elemento che gli permetterà di risolvere il caso.
Quel bossolo è collegato a una pistola usata nella prima guerra del golfo, il detective capisce che l’uccisione della giovane fotoreporter non è stata causale ma è legata a qualcosa ben diverso dai disordini razziali, si trova coinvolto in un pericoloso vortice di politica dipartimentale.
Pur pressato anche da problemi personali (sua figlia adolescente) riuscirà ugualmente a risolvere il caso.
Come sempre Michael Connelly scrive trame straordinarie attingendo anche alla sua profonda conoscenza del lavoro della polizia e al saper caratterizzare sempre meglio il protagonista di questa serie straordinaria.
Riportiamo un brano tratto dall’articolo “Il mio Harry Bosch” scritto da Mariagiulia Castagnone che ha tradotto vari romanzi dell’autore:
<<La prima volta che ho incontrato Harry Bosch è stato nel 1999, quando Piemme ha pubblicato Il ragno. Michael Connelly, il suo autore, l’avevo già conosciuto l’anno precedente con Debito di sangue, dove il protagonista era Terry Mc Caleb, un ex profiler dell’Fbi. Ma l’incontro con Harry Bosch è stato particolarmente importante, perché Bosch si è rivelato fin da subito un tipo a cui era difficile resistere.
Solitario, fisicamente attraente, anche se è un dettaglio su cui l’autore non insiste, occhi penetranti e molto scuri, appassionato di jazz, dotato di forte senso morale ma profondamente umano, di tutti gli “eroi” di molte serie poliziesche pubblicate è quello che più mi ha convinto, e con me milioni di lettori. Forse perché, pur facendo un mestiere particolare, mi ha sempre dato la sensazione di essere “uno di noi”, un uomo come tanti, con le sue contraddizioni, i suoi ideali, le sue difficoltà, le sue ambizioni.
Quando l’ho conosciuto, con Il ragno appunto, non era più giovanissimo, i capelli cominciavano a ingrigirsi, la vita tormentata che aveva alle spalle aveva lasciato il segno.
Figlio di una prostituta, abbandonato dal padre, cresciuto in un istituto e, alla morte della madre, adottato, Harry è uno di quei ragazzi difficili che spesso fanno una brutta fine. Lui, invece, si è schierato dall’altra parte. Ma in un suo modo privo di rigidità, ostile alle gerarchie, alle convenienze, alle regole del sistema.......>>
L’autore:
Una delle più grandi star del thriller americano, Michael Connelly raggiunge sempre il primo posto nelle classifiche con ogni suo nuovo romanzo. L’Italia lo ha accolto con grande entusiasmo fin dal primo romanzo pubblicato, Debito di sangue, da cui è stato tratto un film diretto e interpretato da Clint Eastwood. In seguito ha fatto la sua comparsa il detective Harry Bosch, indimenticabile protagonista di moltissimi suoi thriller, tra cui Il ragno, vincitore nel 2000 del Premio Bancarella. Con Il poeta, uno dei suoi libri più amati, crea il personaggio di Jack McEvoy, il reporter di nera che ritroviamo ne L’uomo di paglia. In anni più recenti Connelly ha ideato un nuovo, riuscitissimo protagonista, l’avvocato Mickey Haller, che svolge la sua attività nel sedile posteriore di una Lincoln, oltre che in tribunale, e che, nella riduzione cinematografica di The Lincoln Lawyer, ha il volto noto di Matthew McConaughey. Tra le presenze eccellenti di due edizioni del Festivaletteratura di Mantova, è stato anche ospite d’onore al Noir in Festival di Courmayeur, dove ha ricevuto il Raymond Chandler Award. Nel 2012 è tornato in Italia per partecipare al Festival internazionale delle Letterature, a Roma.
La “quarta”
Nella vita ci sono momenti in cui è difficile conciliare attività professionale e vita privata. Harry Bosch si trova in uno di questi momenti. Ha una figlia adolescente di cui occuparsi, una ragazzina per cui è ormai l’unico punto di riferimento, e ha il lavoro, quello che vive da sempre come una missione, che assorbe quasi totalmente i suoi pensieri. E che si fa sempre più pressante ora che Bosch è alle prese con un caso che lo inquieta particolarmente. L’aveva già affrontato vent’anni prima, nel 1992, all’epoca dei disordini scoppiati a Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King da parte della polizia, quando era stato chiamato sulla scena dell’omicidio di una giovane fotografa danese. Poi le indagini erano state assegnate a un altro dipartimento, senza alcun esito. Ed ecco che Harry, passato all’unità Casi Irrisolti, viene incaricato di occuparsi proprio di quel delitto. Ma il lavoro di indagine è complicato anche dalle continue interferenze del nuovo capo, un impiccione che gli mette i bastoni tra le ruote, non gli autorizza le trasferte e arriva a deferirlo anche alla commissione disciplinare.
Bosch, come sempre, va dritto per la sua strada e, intuendo che la morte della giovane non è stata causata dalla situazione esplosiva della città, ma è legata a un intrigo assai più complesso, si inoltra in un labirinto di indizi alla ricerca della “scatola nera”, l’elemento rivelatore che potrà fornirgli la soluzione del caso. Dovrà tornare indietro nel tempo, ripercorrere una strada intricata a rischio della sua stessa vita e misurarsi con qualcuno disposto a tutto pur di non perdere un potere acquisito con l’inganno.
La scatola nera di Michael Connelly (The Black Box, 2012)
Traduzione Giuliana Traverso e Stefano Tettamanti
Edizioni Piemme, pagg. 360, euro 19,90
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