Le donne-robot sono affascinanti, e le "ginoidi" in generale hanno da sempre intrigato autori e registi - come racconto nel mio saggio Gynoid. Duecento anni di donne artificiali - per cui appena Marco Donna ha presentato il suo nuovo episodio della serie "Dream Force" creata d Stefano Di Marino... ho dovuto intervistarlo.
A qualcuno piace robot (Dream Force n. 57) lo trovate qui ma anche in tante altre librerie on line.
Sono un torinese che vive a Milano da oltre quindici anni. E sono un appassionato lettore di spy story da Ian Fleming a John le Carré, passando per la serie di "Segretissimo" di cui sono fan da tanti anni. Adoro anche un certo tipo di letteratura americana che va dalla Beat Generation a Truman Capote e Raymond Carver. Sono abbastanza conosciuto dagli appassionati di James Bond per Dall’Italia con amore, la mia guida alle location italiane nei film e nei romanzi di 007 che presto avrà una continuazione romana dedicata a Spectre. Per tutto il resto… c’è il mio sito www.marcodonna.it
Ho la fortuna di conoscere Stefano Di Marino, maestro di scrittura, da tanti anni e sono stato felice quando, parecchio tempo fa, mi ha chiesto se volevo far parte della squadra di “Dream Force”. Sono consapevole di essere un dilettante ma ho dentro di me una gran voglia di scrivere e provare sempre nuove soluzioni. Questa era l’occasione per cimentarsi sulla creazione di un’avventura seriale.
In circa un anno e mezzo sono alla settima storia pubblicata (e l’ottava è praticamente pronta). Direi che sono soddisfatto. Molti lettori mi hanno scritto apprezzamenti e critiche su Alvaro Giménez e Claudia Diamante (i miei personaggi per “Dream Force”) e questa è la soddisfazione più grande.
Cosa puoi dirci dunque del tuo nuovo ebook?
A qualcuno piace robot nasce da due ingredienti. Il principale è il mio desiderio di creare un’atmosfera simile a quella della vecchia serie televisiva britannica “Agente speciale” che adoro da quando ero bambino (vista in replica più e più volte). Penso che quel miscuglio di generi dallo spionaggio, alla fantascienza, al thriller, a quel tipico umorismo British siano dentro di me ed ogni tanto abbiano bisogno di uscire fuori. Poi, una notte insonne di qualche mese fa, sono stato attratto da un documentario su una televisione privata che raccontava il fenomeno delle Real Doll. Ecco, quello era il secondo ingrediente che mi mancava.
Si noti che il contenuto era serissimo e si soffermava sull'importanza curativa di quelle riproduzioni in plastica della compagnia femminile. Raccontava di uomini che se le portavano in vacanza ed alcuni psicologi spiegavano la loro rilevanza per uscire da casi di depressione. Addirittura, era mostrata una famiglia in cui la Real Doll conviveva con moglie e figli e si accomodava con loro per fare colazione. Ok, ero scioccato ed avevo il mio secondo ingrediente. Ora restava solo di cucinarli insieme e proporre un piatto che spero possa piacere ai lettori.
Le donne artificiali sono un tema "caldo" sia in narrativa che al cinema, tu che ne pensi?
La difficoltà nel rapporto di coppia è sempre stato un tema caldo. E, di conseguenza, anche il sesso lo è sempre stato. L’idea degli uomini di poter avere una partner compiacente al proprio servizio, una schiava dolce ed appagante è vecchia di secoli. Ora, la tecnologia aggiunge un punto di vista ulteriore che non nascondo abbia anche un certo fascino. Ed ora, forse, si arricchisce anche di una ulteriore sfaccettatura in quanto si parla anche dell’altro aspetto della storia: di donne desiderose di partner “facili” e poco “impegnativi”.
Ricordo qualche decina di anni fa la moda della realtà virtuale e la nascita di meccanismi più o meno fantasiosi di Sex-Fi. Penso che questi bisogni nascosti dentro ognuno di noi abbiano uno sfogo abbastanza naturale nella letteratura, nel cinema, nell’arte in generale e questo giustifica il proliferare di storie che trattano l’argomento.
Questa è una domanda difficile. Immagino di non avere una connessione perché, se no, ti risponderei che avrei sempre voglia di vedere cose nuove. Se proprio dovessi costringermi a rileggere, rivedere e riascoltare sempre le stesse cose allora mi porterei il mio book reader che ha tutto Ian Fleming, molte storie del Professionista e di Medina, Burroughs e Kerouac, tutti i romanzi di Truman Capote, ovviamente Delitto e Castigo, qualche romanzo che mi ricordi le atmosfere della mia Torino come li sa fare Culicchia. Ah! ed ovviamente tutti i “Dream Force”.
E, se ogni tanto mi vedrò un film, allora tutti gli 007, tutto Hitchcock, tutto Kubrick, Colazione da Tiffany, Niagara e tante serie TV: il Prigioniero, Agente Speciale, A-Team, Magnum PI, X-Files, Alias, Lost, True Detective, Black List, Person of Interest.
Sicuramente, sull’isola mi accorgerei di essermi dimenticato qualcosa ed allora lo rivivrei nella mia mente senza tablet.
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