Finalmente il Colonnello Arcieri è tornato a raccontare in prima persona le sue intricatissime vicende perché le ultime notizie di questo personaggio ci erano arrivate per interposta persona, tramite il romanzo con protagonista il commissario Bordelli in Fantasmi del passato di Marco Vichi.
Ma questa ormai è storia nota. È risaputo infatti che i due personaggi hanno attraversato e attraverseranno molto probabilmente anche in futuro i romanzi dell'uno e dell'altro.
Dopo una rocambolesca fuga da Firenze, ritroviamo Arcieri sano e salvo a Parigi. È il 1968 e la ville lumiere è in tumulto per le lotte studentesche le cui manifestazioni attraversano la città. Arcieri deve tenere un profilo bassissimo e nascondersi il più possibile se vuole salvarsi la vita.
Scopriamo che il colonnello lavora come cuoco in un piccolo bistrot del quartiere latino e abita in un appartamento non molto distante, con una ragazza di cinquant'anni con la quale ha una soddisfacente relazione.
Il contatto che gli ha procurato quella copertura gli consiglia però di lasciare tutto e partire di nuovo. I servizi segreti che lo vogliono morto sono sulle sue tracce, un suo amico, sempre dei servizi, che gli aveva procurato delle informazioni importanti è morto – assassinato, senza alcun dubbio secondo Arcieri – Elena Contini, il suo grande amore, lo sta cercando a Firenze.
Arcieri è un uomo che ha «passato i sessantacinque» anni e che cerca di stare al passo con i tempi. Lo troviamo cambiato dai precedenti romanzi, riflette di più su se stesso, si pone maggiori domande alle quali cerca di dare risposte sincere. In qualche modo l'autore fa sì che il lettore lo veda più intimamente. È curioso e aperto alla cultura giovanile e cerca di non irrigidirsi troppo ma di lasciarsi pervadere da quella nuova energia che sembra attraversare, insieme alla musica, tutta la gioventù europea.
Ma è anche un uomo nato all'inizio del '900, un uomo che è stato nell'Arma, un ex colonnello del servizi segreti. Ha una formazione che lo porta ad affrontare le sfide più che a fuggirle o ad aggirarle, a dividere il mondo tra buoni e cattivi senza realizzare che il mondo in realtà è una zona grigia dove il confine tra bene e male non è così netto e che quel confine può essere valicato molte volte in entrambe le direzioni. Eppure dovrebbe saperlo bene con tutte le spie con cui si è trovato a lavorare.
E allora la scelta è obbligata, tornerà a Firenze a dare la caccia a chi ha cercato di assassinarlo più volte. A cercare il collegamento tra chi gli ha manomesso l'auto – che abbiamo lasciato su uno dei tornanti che scendono verso la Versilia da Sant'Anna di Stazzema, nell'ultimo romanzo a firma Leonardo Gori con Bruno Arcieri come protagonista – e il giovane Andrea Viani, conosciuto nell'ospedale viareggino dove lo abbiamo ritrovato nel romanzo di Marco Vichi, morto suicida, così sembra, poco dopo a Firenze.
L'indagine sarà difficile e complicatissima. Arcieri non sa più di chi si può fidare e dei pochi di cui era certo, alcuni sono morti, altri sono stati trasferiti, altri ancora sono controllati a vista.
Ma al di là delle indagini e della continua ricerca è bello il continuo flusso dei ricordi del colonnello, il suo trovarsi in situazioni assurde e paradossali per un uomo della sua età, un uomo della vecchia guardia.
Sembra un bohémien tra i ricordi degli anni Trenta e la caotica realtà degli anni Sessanta, con i giovani, l'amore libero, le comuni dove si condivide tutto o quasi.
Ci troviamo di fronte a un bel personaggio che annienta con il suo modo di fare il distacco generazionale che in quegli anni doveva essere più forte che mai.
Ma non dimentichiamoci che Arcieri è un uomo che deve guardare sempre al di là delle apparenze e fidarsi molto del suo istinto e del suo intuito e soprattutto deve capire il prima possibile la realtà che lo circonda.
Si rivela essere il personaggio adatto dal far travolgere dalle nuove idee e dai nuovi usi e costumi dettati dal '68.
Un'operazione ben riuscita quindi, quella di Leonardo Gori, che con la scusa di una spy-story ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio regalandoci i sapori, gli odori, tutti i colori di un tempo relegato ormai nel mito, i mitici anni Sessanta, appunto.
E come ogni viaggio che si rispetti, la musica ci accompagna con una colonna sonora che ha tutto il sapore dei bei ricordi.
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