Milano da bere, Milano da amare, Milano da odiare. Una città fatta di sangue, sesso, champagne e cocaina. Una metropoli che, a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, è un opulenta vacca grassa da mandare al macello, e a questo penseranno tre uomini sfrontati e cinici, che faranno del crimine la loro vocazione: Franco Tarantino, Agostino Ebale e Roberto Randelli. Ma di fronte a loro ci sarà anche un poliziotto duro e deciso, uno di quelli tutti d’un pezzo, che sente la sua vocazione, la sua missione fin dentro le ossa, Antonio Santi. Tutti questi personaggi daranno vita a una girandola di eventi, a una giostra di scontri e sfide che attraverseranno le vie e gli anni di Milano in una corsa sfrenata che non sembra avere una fine.
Solo il tempo di morire è il nuovo e affascinante romanzo di Paolo Roversi, pubblicato da Marsilio, si tratta della seconda parte del dittico che l’autore ha dedicato alla criminalità meneghina (il primo bellissimo romanzo è Milano criminale).
L’autore in questo suo nuovo libro completa il suo affresco fatto di sangue e droga, segue, senza un attimo di respiro, la vita, le imprese e le malefatte dei suoi personaggi, ricreando un mondo e una società che sono ancora vivi nei nostri ricordi. Infatti, è molto semplice per chi conosce la cronaca criminale di quegli anni attribuire un volto e un nome ai veri protagonisti della storia. Una storia che procede fra i tragici eventi che hanno insanguinato il nostro paese in quegli anni, ma anche attraverso le piccole e grandi faide, e i regolamenti di conti fra batterie che sono sfuggiti alla cronaca ufficiale e alla storia, ma che rappresentano i sottili fili, le impercettibili tracce che uniscono, collegano e rendono chiari fatti altrimenti inspiegabili.
Ma il grande merito di Roversi è quello di riuscire creare dei personaggi a tutto tondo, affascinanti e profondi, fatti di mille sfaccettature e contraddizioni, che lentamente, ma inesorabilmente, trascinano in un vortice oscuro.
Lo stile della narrazione è rapido e deciso, incalzante e tagliente, una lama affilata e pronta a far male. I dialoghi sono serrati e di grande impatto. La tensione è palpabile e continua. Tutta la macchina narrativa è ben calibrata e avvolge l’ignaro lettore in una fitta rete di emozioni, una maglia sempre più stretta che soffoca e trascina, diverte e fa riflettere.
Un romanzo riuscitissimo. Un pezzo di bravura. Una lettura che toglie il fiato.
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