Arriva al numero 2 una collana che è già di culto: Il Giallo Mondadori Sherlock, l’unica al mondo interamente dedicata agli apocrifi holmesiani.
Questo mese in edicola presenta Sherlock Holmes e il mistero del Golf Club (Sherlock Holmes and the Frightened Golfer, 1998) di J.M. Gregson.
Dalla quarta di copertina:
Sono le minacce di morte a portare al 221B di Baker Street un nuovo cliente, in una tarda mattinata londinese di febbraio. Alfred Bullimore, giocatore di golf e segretario di un circolo sportivo, prende dannatamente sul serio i messaggi anonimi che lo perseguitano, ed è spaventato da una serie di strani incidenti. Chi meglio di Sherlock Holmes potrebbe dipanare la matassa? E sia, il celebre investigatore dedicherà a questo problema l’attenzione del suo magnifico intelletto. Per prima cosa, il solerte dottor Watson dovrà rispolverare le mazze che giacciono abbandonate in soffitta e recarsi al club per una partita. Nessuno farà caso a un pacioso medico in cerca di svago. Avrà modo così di raccogliere informazioni sulle persone che circondano la potenziale vittima, senza mettere in allarme l’ignoto autore dei biglietti minatori. Poi, naturalmente, toccherà al fuoriclasse della detection scendere in campo. Prima che un luogo di innocente ricreazione si tramuti nella scena di un crimine.
Ecco l’incipit:
Mentre mi vestivo senza fretta, in quella tarda mattinata di febbraio del 1896, avevo l’impressione che sarebbe stata una piacevole giornata. La nebbia che aveva gravato su Londra per tutta la settimana precedente, rendendo i giorni, già di per sé brevi, poco più che lugubri intervalli fra le lunghe notti invernali, si era finalmente dissolta, e un pallido sole brillava sui tetti bagnati delle case mentre guardavo in direzione di Euston Station. Per la prima volta, ero conscio delle giornate che si allungavano mentre il calendario si muoveva in avanti.
La signora Hudson sembrava condividere il mio buon umore quando entrò a portarmi la colazione e io le augurai il buongiorno. — Mi sento di raccomandarle le animelle d’agnello in salsa Worcester questa mattina, dottor Watson — esordì. — Sebbene vi siano persone che pare non si accorgano nemmeno di quel che mangiano... e con tutta la fatica che s’è fatta! — aggiunse lanciando un’occhiata verso la figura nascosta all’altro capo della stanza.
Holmes aveva evidentemente terminato di consumare la colazione molto prima che io mi sedessi a tavola: ciò non era un buon segno, giacché di norma stava a indicare che la sua mente agile ma insofferente aveva trascorso una notte insonne ed era di pessimo umore. Io mi godetti con calma la colazione, scegliendo di ignorare le nuvole di fumo che, provenienti dall’angolo più remoto della stanza, fluivano al di sopra delle pagine del “Morning Post” per penetrare infine nel mio campo visivo. Poi i miei peggiori timori si avverarono. Dalla camera da letto di Holmes eruppero le note del suo violino. Suonava come un Paganini in delirio, il che accadeva ogni volta in cui il drappo della depressione gli cadeva addosso. Sfortunatamente non possedeva l’abilità di quel celebre esecutore, e i suoi arpeggi misero a repentaglio il piacere del mio pane imburrato.
Il volume contiene anche due interventi del curatore Luigi Pachì, direttore di SherlockMagazine: “Prospettive sportive sherlockiane” e “Arthur Conan Doyle: il padre di Sherlock Holmes e il ruolo dell’omicidio nel Canone”.
Sherlock Holmes e il mistero del Golf Club di J.M. Gregson (Sherlock Mondadori n. 2), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Alessandra Calanchi
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