C cercava di seguirlo, ma non capiva. Cosa mai voleva comunicargli quella persona? Una divagazione da istruttore sportivo con un truce aneddoto di cronaca nera extra-territoriale? Un insolito sistema per attaccare bottone? Per un attimo pensò ad un tentativo di abbordaggio. Perché no? Non si sa mai per chi si è attraenti. Un po’ ne fu lusingato. Forse non era poi così un rottame come credeva. Gli sembrava un po’ tardi per cambiare la direzione dei propri gusti sessuali, sempre che li si potesse dirigere a proprio piacimento. Cercò una scusa: “Sto aspettando delle persone”. E la frase, per quanto formale, aveva un suo fondamento. Solo che non sapeva chi. L’uomo non accennava ad andarsene e riattaccò: “Alcuni anni dopo, durante l’ultima puntata della stagione finale della Piovra, qui da noi. Ricorda la trasmissione? - C, fece un cenno di assenso. Il lavoro non gli permetteva di guardare molta televisione, e sinceramente, non era mai stata tra le sue primarie occupazioni serali quando era in casa. Anche quando c’era lei. Preferiva il cinema o una pizza o una capatina al circolo. O un buon libro, a patto che evitasse rigorosamente omicidi e trame nere. Quello sceneggiato però se lo ricordava e ricordava pure l’epilogo spettacolare. L’uomo raccontò di come la tensione accumulata nella trama - che poi è il segreto di ogni narrazione – (aggiunse, come se non avesse aspettato altro), si era a tal punto trasmessa allo spettatore – continuò appassionato - quando nel momento della sua risoluzione, quando finalmente il picco, seguito dalla la vertigine, degli eventi narrativi che porta a contorcere le membra e fa accumulare dosi incontrollate di adrenalina e sommuovere respiro e ritmo cardiaco viene finalmente a placarsi, come dopo l’assunzione di un ansiolitico a fronte di un attacco di panico, proprio nel momento della discesa e nel ristabilimento di uno stato di equilibrio dovuto ad una forte emozione, proprio lì, in quel preciso istante, il quartiere piomba nel buio e con esso la televisione, negando al malcapitato spettatore l’agognata e improcrastinabile soddisfazione. E tutto assume, contrariamente alle proprie aspettative, le sembianze di una serata fallimentare, di un coitus interruptus. E non per recondite necessità contraccettive. Lei come avrebbe reagito? Dico: una persona per bene, equilibrata, di buon senso”. C lo ascoltava senza avere la forza di interromperlo – “Avrebbe aspettato il ritorno della corrente elettrica e se no, se ne sarebbe andato a letto, con buona pace del Commissario Cattani, proferendo al di lui commiato – con in mano la lampada di emergenza - un tenero e commovente, “Che la terra ti sia lieve”. “E invece?” chiese C, che ancora non si raccapezzava e ogni tanto degustava quel che rimaneva del drink. Ne ordinò un altro, offrendolo anche all’uomo monologante che invece propese per un bicchiere d’acqua naturale - con basso residuo fisso, specificò maniacalmente - con l’aggiunta di una fetta di limone. Poi questi riprese: “L’uomo, restio a chiudere in modo equilibrato e pacificamente la questione, si sentì irrorato di sangue oltre misura e preso il fucile dalla vetrinetta – da cacciatore provetto quale poi si seppe – si affacciò sul balcone prendendo di mira qualsivoglia luce mobile, dietro alla quale, evidentemente, si celavano i suoi concittadini alle prese con il black out. Il bilancio fu di cinque morti e svariati feriti. E ancora: 2006, Wichita Falls, Texas. Finale della terza stagione della serie Bloody minds, Tv via cavo, il segnale si fa sempre più debole. Il raptus è quasi istantaneo. L’assassino infrange una bottiglia di birra e la dirige verso la giugulare della sua compagna, poi ne ingurgita un pezzo masticandolo e infine muore a sua volta di emorragie interne. 2008: Lee’s Summit, Missouri. Finale della quinta stagione di The Tenors. Qui accade qualcosa di nuovo. Un salto di qualità nell’azione criminosa. Lo spettatore giunge alla fine della visione, ma come lei forse non saprà, i finali di stagione, se questa non è quella di chiusura, lasciano sempre in sospeso l’ultima scena, della quale si saprà l’esito solo all’inizio di quella successiva. È vero che questo trucco, vecchio come l’uomo del resto, è utilizzato anche nei singoli episodi per lasciare sempre desto l’interesse e creare suspense. Ma lei capirà. Un conto è aspettare l’episodio a distanza di qualche giorno, un altro la successiva stagione a distanza di mesi o, talvolta, di anni”.
Cliffhanger è morto
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