Autore di letteratura noir di insuperato livello, Giorgio Scerbanenco, italianizzazione di Volodymyr-Džordžo Ščerbanenko, è stato uno scrittore e giornalista di origine ucraina.
Artista prolifico e versatile trasferitosi in Italia in tenera età al seguito della madre, si stabilì a Milano, città in cui sono ambientate la maggior parte delle sue opere.
Oltre a praticare numerosi altri umili lavori come operaio e guidatore di ambulanze ha spaziato con assoluta maestria in ogni campo dell'editoria e della letteratura di genere, ma è stato con il giallo che ha raggiunto l'enorme successo che ha contraddistinto la sua carriera.
Tra le sue opere spiccano numerosi racconti e romanzi che hanno avuto, e continuano ad avere, molta fama tra gli appassionati e notevole ascendenza su un certo genere di cinema popolare italiano, il poliziottesco, in voga tra gli anni ‘70 e i primi anni ‘80 del novecento, che predilige azione e violenza e hanno ispirato numerosi film come, per citare il più famoso, Milano calibro 9 di Fernando Di Leo.
I più noti sono i quattro libri dedicati a Duca Lamberti, un giovane medico radiato dall'Ordine e condannato al carcere per aver praticato l'eutanasia ad una vecchia signora che, uscito di prigione, diventa una sorta di investigatore privato che collabora con la questura meneghina di via Fate bene fratelli.
Suo referente è il commissario di origini sarde, amico del padre ex poliziotto, Luigi Càrrua, in seguito promosso alla carica di questore.
Venere privata, pubblicato originariamente nel 1966 e ristampato dall'editore Garzanti nel maggio del 2014 nella collana Gli elefanti, è il primo tomo della tetralogia.
In questo volume, la vita di un giovane di buona famiglia, ricco ma solo e debole, con un padre troppo lontano, troppo impegnato e soprattutto troppo sicuro delle proprie certezze, si intreccia per caso con il dramma di una ragazza giunta a Milano dalla provincia con una valigia piena di progetti e speranze, che viene travolta da un gioco crudele e più grande di lei.
Basato su una trama molto semplice, che sembra attingere a fatti di cronaca nera, condita da espedienti letterari che tengono il lettore avvinto alla pagina, mostra, anche grazie ad una scrittura asciutta e senza sbavature, uno spaccato dell'Italia degli anni '60, che rivela una nazione difficile, contraddittoria, cattiva, ansiosa di emergere e disincantata.
Molto ben delineati e psicologicamente caratterizzati sono anche i personaggi che danno vita alle vicende narrate a cominciare dal protagonista, una figura non del tutto positiva dal passato discutibile e macchiato da un delitto, che interagisce con eroi negativi, come ricchi alcolizzati e prostitute, che grazie alle loro qualità si redimono nel corso della storia.
Fa da cornice agli eventi descritti una Milano grigia, apatica, immobile, che diventa una metafora dell'indifferenza e del male di vivere che caratterizzano la modernità.
Una curiosità che conferma la qualità dei contenuti del romanzo, che si apre una prefazione dell'intellettuale Luca Doninelli e si chiude con un'appendice scritta di proprio pugno dall'autore dal titolo Io, Vladimir Scerbanenko, è che da questo è stato tratto Il caso Venere privata, un film del 1970 diretto da Yves Boisset.
Alla luce di quanto scritto si può affermare quindi, senza paura di smentite, che la lettura dei testi di questo Chandler italiano sia consigliatissima sia agli appassionati di letteratura poliziesca che a chi ricerchi libri di fiction in cui l'ambientazione non sia solo un mero contorno.
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