Bello questo numero trentuno e bello il primo pezzo Sherlock Holmes e gli scacchi di Lucius Etruscus (qui il suo blog http://citascacchi.wordpress.com. “Tutti i grandi investigatori della narrativa gialla sono stati da sempre obbligati a saper giocare a scacchi”. Sherlock Holmes compreso, naturalmente. Anche se non lo vediamo mai seduto davanti ad una scacchiera. Addirittura “Il rituale dei Musgrave” è un bell’enigma scacchistico e il pavimento della casa dei suddetti diventa ad un certo punto una gigantesca scacchiera che cela il segreto di alcuni omicidi. Però in “The Moriarty Gambit” di Fritz Leiber (sulla rivista “Chess Review” del febbraio 1962) viene presentato in un torneo scacchistico del 1873 proprio contro Moriarty (addirittura) a cui infligge il cosiddetto “matto delle spalline”.

Il Canone fondamentale di Milo Julini. Cinquantasei racconti e quattro romanzi narrati da Watson senza seguire una precisa sequenza temporale. Sarà interessante leggere la prossima puntata su Analisi e schemi di esiti narrativi del Canone.

Igor De Amicis con Foto di gruppo con delitto ci presenta due grandi scrittori che hanno conosciuto “il carcere e la droga, la sofferenza e la violenza”. Come a dire James Ellroy e Edward Bunker. Il primo in continuo conflitto con la madre uccisa e la ricerca del suo assassino; il secondo che mette in scena il mondo duro del carcere e in seguito diventa pure sceneggiatore di Hollywood.

Per la disanima del canone L’avventura dell’interprete greco di Enrico Solito. Qui viene presentato Mycroft, il fratello di Holmes più grande di sette anni, abitudinario e pigro (ha fondato un club dove è vietato parlare). C’è da aiutare il signor Melas, greco, interprete in un interrogatorio di un prigioniero. Viene rapito e c’è di mezzo una ragazza facoltosa. Il racconto si ricorda anche per i memorabili “fuochi di artificio logico-deduttivi” scatenati da una finestra.

Poi abbiamo, per gli Autori classici del Mystery di Cristian Fabbi, un obiettivo puntato su Wilkie Collins. “La sua narrativa poliziesca è spesso caratterizzata da colpi di scena, e la vena fantasy che permea la sua poetica” lo rende un autore “particolare e per certi versi unico nel panorama della Golden Age del giallo”. L’opera più famosa La Donna in Bianco basato sulla sostituzione di persone, con due donne davvero affascinanti.

Incantevolmente onirico il racconto in due atti Sherlock Holmes e il delitto del sogno di Walter Schyte. Brutto sogno per Holmes dove sembra che proprio lui compia un delitto, il che dà adito a discussioni approfondite sulle cause del sogno stesso (con Freud di mezzo, naturalmente). Secondo il Nostro, per intenderlo è “necessario esaminarlo procedendo a ritroso, secondo un metodo a suo modo niente affatto diverso da una normale indagine investigativa”. L’uccisa nel sogno è una signora che esce da un quadro, ma poi c’è la realtà… Incredibile.

Dell’Osservatorio Sherlockiano di Luigi Pachì mi piace ricordare il libro di Luca Martinelli Sherlock Holmes e il mistero del cadavere scomparso e Sherlock Holmes e i delitti di Mayfair di David Britland, entrambi pubblicati dalla Delos Books.

Altre importanti rubriche, fra cui il solito competente viaggio di Enrico Luceri nel thrilling in TV dagli anni ’90 ad oggi, completano un numero davvero speciale.