Toccava a lui scovare il cadavere. Finalmente provava un po’ di sollievo. Per una volta l’ordine delle cose cambiava. Non aveva tra le mani un corpo disfatto e il compito sgradevole di scoprire chi l’avesse ridotto in quello stato. Aveva tra le mani un assassino. In condizioni tali da rendere difficile il recupero di qualsiasi cadavere, ma almeno chiuso al sicuro…

Sebastiano Ferro è un poliziotto che non cerca un assassino. Sebastiano Ferro cerca un cadavere. E soprattutto il movente che ha spinto qualcuno ad ammazzare una ragazza bionda e minuta, con begli occhi chiari e molto carina. E cerca chi ha aiutato il colpevole, chi l’ha trascinato in un vicolo cieco.

Sebastiano Ferro agisce con pazienza e attenzione: cerca i perché e abbozza una soluzione: che, però, non quadra.

Una ragazza scomparsa e forse già cadavere; un presunto assassino già condannato dall’opinione pubblica; l’arma incriminata, un coltello da sushi, volatilizzata; una scena del delitto raccapricciante (pavimento e pareti coperti da impronte scarlatte e un odore acre di sangue che stagnava nell’appartamento). Una matassa aggrovigliata, relazioni conflittuali in una storia in cui ambizione, avidità e paura contagiano gli uomini e falsano i rapporti personali, anche all’interno di una stessa famiglia. Al punto da far apparire il presunto assassino vittima di condizionamenti e retaggi domestici imposti. Ci danno l’affetto ma non la stima, nelle loro reprimende manca la passione e nei loro sguardi non c’è più urgenza. Se non diventiamo grandi a modo loro, ci tengono lontani, in perenne minorità…

E lui, Sebastiano Ferro, con fine indagine psicologica, tra imprevisti colpi di scena,  scava   nella personalità dell’assassino, non abbastanza colpevole da provocare odio, non abbastanza innocente da suscitare perdono… un assassino pienamente adatto ai tempi: scivoloso, ambiguo, incapace di spiegare che cosa aveva fatto e perché. Bisognoso della vittima, inadatto a comunicare. Un cammino a ritroso verso l’imperfezione dell’assassino.

 

L’imperfezione dell’assassino è un giallo psicologico scritto e strutturato con arguzia, dalla prima all’ultima pagina.

Maurizio Onnis,  autore e consulente di testi scolastici, vive e lavora a Milano. Questo romanzo segna il suo esordio narrativo.