Era il 1933 quando arrivò in Italia per la prima volta questo libro, con il numero 69 della collana “I Libri Gialli” Mondadori.
Oggi ritorna in edicola grazie a I Classici del Giallo Mondadori (n. 1344) Un dramma in Riviera (The Angel of Terror, 1922) di Edgar Wallace.
Dalla quarta di copertina:
James Meredith è stato incastrato per un omicidio che non ha commesso. Della montatura si sospetta la bellissima Jean Briggerland, affascinante quanto spietata, che è imparentata con lui e mira a impadronirsi del patrimonio di famiglia. Il diabolico progetto va però in fumo quando il condannato riesce a evadere e a sposare una ragazza, Lydia, a cui lasciare le sue sostanze. Subito dopo viene ritrovato morto, apparentemente per suicidio. Le sue traversie sono finite. Ora è il turno della giovane vedova, colpevole unicamente di essersi prestata per denaro a una tragica messinscena. Perché la sua implacabile nemica non si fermerà davanti a nulla, pur di ottenere quello che vuole. E un soggiorno in Costa Azzurra potrebbe essere l’occasione migliore per sferrare il colpo fatale.
Ecco l’incipit:
Con voce ferma il presidente della giuria lesse la sentenza finale.
Poi sillabò con voce sorda:
— James Meredith, lei è stato riconosciuto colpevole di omicidio premeditato — e a questo punto gettò all’alta figura dell’accusato un rapido sguardo al di sopra degli occhiali — dopo una lunga e paziente procedura. Io mi associo al verdetto della giuria. Ferdinand Balford è stato ucciso da lei, e la deposizione della povera ragazza che fu sua fidanzata non lascia nessun dubbio in proposito. Infatti, nonostante tutta la sua abilità, non le è stato possibile sminuire il valore della testimonianza della signorina Jean Briggerland. Dopo aver violentemente minacciato quel povero giovane, lei si è allontanato dalla sua fidanzata con la rabbia nel cuore. In strada, una coincidenza fatale le ha posto di fronte il signor Balford, che si trovava a passare proprio davanti alla casa della signorina Briggerland; allora, in un attacco della sua insensata gelosia, lo ha ucciso con un colpo di rivoltella... Quanto alla sua asserzione, fatta per lei dall’avvocato difensore, secondo cui la sera del delitto sarebbe andato dalla sua fidanzata per troncare il rapporto con lei, si traduce in un’accusa di falsa testimonianza e di spergiuro. E non finisce qui: lei ha anche insinuato che la sua morte o la sua reclusione andrebbero a vantaggio della signorina Briggerland e dei suoi interessi, e questo non può che aumentare la sua vergogna e il suo disonore. Tutti coloro che hanno visto la ragazza, così bella e commovente nell’atto di testimoniare, non possono che respingere le sue fantasiose spiegazioni... Chi dunque ha ucciso Ferdinand Balford, un uomo che non aveva nemici? Chi l’ha ucciso, se non lei? Nessuna astuzia, nessuna sottigliezza basteranno a cancellare la convinzione generale che lei sia l’autore di questo spaventoso delitto. Non mi resta, perciò, che pronunciare la pena sancita dalla legge e trasmettere a chi di dovere la domanda di grazia della giuria...
Poi, lentamente, pronunciò la formula della condanna a morte.
Edgar Wallace (1875-1932), britannico, è uno dei grandi del giallo. Dopo aver prestato servizio nell’esercito, è stato corrispondente dell’agenzia Reuter e del “Daily Mail” in Sudafrica durante la guerra anglo-boera. Di ritorno in Inghilterra, ha fondato giornali, periodici e una casa editrice per pubblicare i propri libri, rifiutati dagli editori. Dopo la Prima guerra mondiale ha raggiunto il successo internazionale come autore e sceneggiatore grazie a una vastissima produzione di storie, che spaziano dal poliziesco all’avventura alla fantascienza. Tra i suoi personaggi principali: i Giusti, il sovrintendente Minter, il detective Elk, J.G. Reeder.
All’interno, il racconto L’odore del silenzio di Andrea Franco.
Un dramma in Riviera di Edgar Wallace (I Classici del Giallo Mondadori n. 1344), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Cesare Giardini
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