Altro interessante romanzo che la Rizzoli pubblica in questi giorni di metà maggio, nella collana Rizzoli Max, è il thriller L’angelo di Mauthausen (2014) del noto giornalista e scrittore Roberto Genovesi.
Con questo avvincente romanzo l’autore ci trasporta indietro nel tempo, in un momento storico molto triste e buio per il genere umano, infatti siamo in Austria nel 1943 nel momento in cui la Germania nazista ha in atto la “sua” soluzione finale e in molti campi di concentramento vengono eliminati ebrei e altre razze che il nazismo riteneva inferiori.
Siamo a Mauthausen e questo grande lager ha una serie di campi “satellite”, per la raccolta di materie prime. Quarantanove, per l'esattezza. Ma ne esiste un altro, il Kommando 50, nascosto tra le montagne, avvolto dal mistero.
Un inferno per chiunque vi entri. Durante l'inverno, per via della sua collocazione e delle nevicate, rimane totalmente isolato: è il periodo che i soldati chiamano "buio". Il maggiore Lauser è incaricato di raggiungere il K50 e prenderne il comando, facendosi saltare alle spalle l'unico ponte di collegamento; i suoi ordini non dicono altro, e gli ordini non si discutono. Non può immaginare ciò che lo aspetta: il campo è messo in ginocchio non dalla tormenta, ma da un killer che dopo aver sabotato le linee telefoniche ed elettriche sta massacrando una a una le guardie naziste. Un'ombra che riesce a muoversi indisturbata, un giustiziere che sta ribaltando le regole della violenza.
un brano di quanto ha scritto l’autore nel suo sito in merito al suo romanzo:
Ogni anno celebriamo la giornata della memoria per raccontare di nuovo il dramma dell’Olocausto ebraico. Lo facciamo attraverso gli strumenti tradizionali dei dibattiti, dei saggi lunghi, seri, ponderosi. Lo facciamo attraverso romanzi costruiti in modo impeccabile, seguendo le regole editoriali più sperimentate. Lo facciamo, insomma, in modo noioso e scontato. In questo modo non arriviamo a coloro che dovrebbero ascoltare. I giovani adulti e quelle generazioni di nativi digitali che sono cresciuti a pane e videogiochi, che amano il ritmo sincopato delle serie televisive, che sfogliano famelici le tavole dei fumetti. A questi giovani, coloro che saranno chiamati a raccogliere la fiaccola della memoria, il messaggio della giornata dedicata alla Shoah non arriva, oppure arriva lontano, distorto, spesso incomprensibile.
Per questo la Rizzoli ha accolto subito con grande entusiasmo la mia proposta per cambiare le regole del gioco, per sparigliare le carte, per uscire dal solco del politicamente corretto. E’ vero che ormai, dopo la Bibbia, l’Odissea e la Divina Commedia tutte le storie possibili sono state scritte. Ma la differenza la fa sempre il modo in cui le storie vengono raccontate, l’ottica attraverso la quale le vicende vengono osservate. Diceva Robert McKee “Gli autori ansiosi e privi di esperienza obbediscono alla regole. Quelli ribelli e non istruiti infrangono le regole. Gli artisti padroneggiano la forma”.
L’autore:
Roberto Genovesi giornalista, sceneggiatore e autore televisivo, attualmente lavora in Rai. Ha collaborato con “la Repubblica”, “La Stampa”, “L’Espresso”, “Panorama” e pubblicato numerosi romanzi tra cui la saga de La legione occulta dell’impero romano (2010).
la quarta:
Austria, 1943. Circolano voci inquietanti sul Kommando 50: si dice che nel campo satellite del grande lager di Mauthausen il Reich sperimenti armi segrete con cui annientare i bolscevichi. Nascosto tra le montagne, isolato durante le tormente di neve, quel posto è un mistero anche per il maggiore Lauser. Ma un ordine dei superiori - quindi indiscutibile - l'ha incaricato di assumerne il comando, facendosi saltare alle spalle il ponte che lo collega alla civiltà. L'unico. Durante il viaggio di avvicinamento del convoglio guidato da Lauser, poi, c'è un passeggero speciale che non ha mai abbandonato la sua auto blindata... Qualcosa non torna. La realtà supera però ogni cattivo presentimento del maggiore, perché il Kommando 50 lo accoglie come l'anticamera dell'inferno. Sabotate le linee elettriche, un killer sta uccidendo con ferocia maniacale le guardie naziste, lasciando accanto ai cadaveri strani simboli disegnati col loro sangue. Non si tratta dell'opera di un folle, perché l'ombra che si aggira indisturbata tra le baracche si sta servendo del linguaggio della Torah per comunicare il suo messaggio oscuro, che sembra voler ribaltare le leggi della violenza. E per decifrarlo, un carnefice e una vittima dovranno indagare insieme, riannodando i fili di un passato pieno di cicatrici. Perché la strada verso l'assassino si rivela ben presto un labirinto di trappole mortali. Con L'angelo di Mauthausen Roberto Genovesi ha scritto un thriller che ha il ritmo implacabile delle grandi serie tv, e ci fa scoprire che è sempre possibile, anche solo per un istante, invertire il corso della Storia.
L’angelo di Mauthausen di Roberto Genovesi (2014)
Rizzoli, collana Rizzoli Max, pagg. 296, euro 15,00
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