L'uomo che sorrideva è il quarto episodio nell'ordine cronologico della serie consacrata a Kurt Wallander da Henning Mankell, ma è l'ottavo in ordine editoriale. Impariamo a conoscere Wallander in Assassino senza volto (Svezia 1991, Italia 2001). Lo abbiamo ritrovato in I cani di Riga (Svezia 1992, Italia 2002) e infine lasciato in La leonessa bianca (Svezia 1993, Italia 2003). Wallander esce psicologicamente distrutto da quest'ultima inchiesta. Soffre di una profonda depressione. Lo ritroviamo a Skagen, in Danimarca. Passeggia avanti e indietro, sulla spiaggia battuta dal vento. Vuole smettere di fare il poliziotto. Non ce la fa più, semplicemente. Lui che odia le armi, non ne porta mai, ha ucciso un uomo durante l'inchiesta precedente. Gli ha sparato in un momento di semifollia. Nella nebbia, nella paura.

L'avvocato Gustaf Torstensson, dopo una visita al suo grande e unico cliente, viene ucciso. Omicidio mascherato da incidente. I colleghi di Wallander archiviano il caso.

Sulla spiaggia danese, il figlio Sten si reca a trovare Kurt. Anche lui è avvocato, si è occupato del divorzio del poliziotto. Sono diventati amici. Sten chiede aiuto. Pensa, "sente" che la morte del padre è strana. Crede sia stato un omicidio. Wallander rifiuta il caso perchè ha deciso, è deciso: non è più poliziotto. Ma pochi giorni dopo Sten Torstensson viene ucciso nel proprio ufficio. Wallander deve tornare a Ystad, sempre deciso comunque a dare le dimissioni. Nel frattempo nella squadra è arrivata Ann-Britt Höglund. Gli "anziani" Svedberg, Hansson e Martinsson dubitano delle sua capacità. Wallander non si sbilancia.

Sta nascendo un nuovo legame tra lui e Baiba Liepa, vedova di Karlis Liepa, assassinato durante l'inchiesta in Lettonia (I cani di Riga). Il padre del poliziotto si è sposato con Gertrud, sua assistente domestica, molto più giovane di lui. E' ormai dimenticato l'episodio allucinante del padre che vagava in pigiama nei campi, bagnato e con la valigia in mano, verso l'Italia. La figlia, Linda, la sente ogni tanto. L'ambiente affettivo è tranquillo.

Il caso Torstensson preoccupa il commissario che nutre un certo senso di colpa. Se almeno avesse risposto alla richiesta d'aiuto dell'amico.

Wallander ovviamente si butta corpo e anima nella vicenda. Lo aspettano momenti esplosivi, tutto colpa della gamba di una sedia che viene ritrovata nel fango, dove era impossibile che fosse.

Con un occhio sempre attento alla società e ai suoi mali, Mankell ci offre un altro grande giallo. Oltre alla narrazione, allo svolgimento dell'inchiesta, l'autore denuncia comportamenti e attività illecite e straordinariamente invisibili. Certo non è l'unico autore a farlo. Per noi continua la scoperta di questo paese, la Svezia, che in fin di conti assomiglia abbastanza al nostro per quanto riguarda le turpitudini. Risulta sempre accurata la descrizione psicologica dei personaggi e sopratutto del protagonista. La serie di Wallander è una serie che comporta un enorme carica di umanità.