I file delle telefonate venivano archiviati grazie a un database. Ogni database era relativo ad una singola utenza. Le telefonate venivano per lo più archiviate cronologicamente e ad ogni conversazione veniva attribuito un numero identificativo. Ogni conversazione riportava la data e l'ora dell'esecuzione. Il numero intercettato e quello chiamato, ed il ponte ripetitore a cui si era agganciato il cellulare delle persona indagata. I database permettevano agli operatori di ordinare le telefonate per ordine di importanza, o a partire da un determinato periodo.

Romano, che aveva acquisito una pratica non indifferente con il software, cliccò velocemente con il mouse, schiacciò alcuni tasti e mise in ascolto il file audio della telefonata di cui aveva riferito prima al collega.

"Pronto Papà."

"Dimmi Alfo’."

"Vedi che la mamma si è presa la macchina per fare la spesa"

"Ah vabe’"

"Hai sentito a quello, ieri sera?"

"No, fuori ero."

"Minchia! Lo vogliono ammazzare"

"Vero dici?"

"Si, si, ma io lo sapevo che finiva così"

"Pezzo di merda. L’ha fatto uomo e ora gli si rivolta contro".

"Quello a Mazzara gli ha detto “vai sotto l'albero e prendi la 38....."

"Minchia! non me lo aspettavo.."

"Non si fa così ah..."

"Alfo’ dobbiamo chiudere, che sono in macchina e ci sono gli sbirri, con la paletta, e se no mi fanno il verbale. Ci sentiamo dopo"

"Va be' pa’. Stai attento."

Di Falco si tolse la cuffia e restò perplesso. Si mise a scavare nella sua memoria, cercò di capire chi potesse essere Mazzara. Ad ogni modo, chiunque fosse andava fermato. Guardò il collega e gli chiese: "Chi minchia è questo Mazzara?"

Romano cominciò ad oscillare la testa, era evidente che aveva un buco di memoria, non ricordava.

Di Falco non perse tempo, aprì il filtro del database ed inserì Mazzara con la speranza che uscisse il cognome. Sul monitor apparve la clessidra, il sistema operativo stava analizzando centinaia di file. Il risultato fu deludente “File not found”.

Di Falco pensò di avvisare immediatamente il magistrato titolare dell’indagine ed il Commissario Capo Capuazza, la situazione era davvero molto grave. Prima di prendere iniziative si ricordò che quell’utenza era stata seguita da mesi dall’agente Lorella Planeta, pertanto prese il cellulare, selezionò il numero e le disse: “vieni subito in ufficio, devo farti sentire una telefonata rilevante di Guerra col figlio Alfonso.”

Lorella non perse tempo, cinque minuti dopo si trovava dietro la porta della saletta intercettazioni. Salutò il capo e Romano e sistemò la cuffia sulle orecchie.

Dopo pochi minuti, mentre ascoltava la conversazione cominciò sorridere. Di Falco cominciò ad innervosirsi, quella risata gli sembrava proprio fuori luogo, tanto che appena la collega si tolse le cuffie adirato gli chiese: “ma che minchia c’è da ridere?”

La poliziotta guardò i colleghi e disse: “siete due minchioni, questi due stanno parlando della fiction che va in onda sulla Cinque “Sezione Antimafia”. Nella puntata di ieri un boss emergente vuole fare uccidere il vecchio capo della cosca, che non vuole accordi coi calabresi, per il traffico di droga, e dice effettivamente ad un suo uomo fidato che si chiama Mazzara di andare a dissotterrare una calibro 38 per uccidere il vecchio boss.”

Dopo quelle parole la ragazza si mise a ridere. I due poliziotti si guardarono in faccia e Di Falco esclamò: “vaffanculo a loro e a questi stronzi della Cinque, ti immagini telefonavo a Capuazza o peggio ancora al magistrato raccontandogli di un omicidio e questi ieri sera si erano visti in tv ‘sta trasmissione!”.