Tutto comincia con la morte del senatore Franz Spechtenhauser, un altoatesino che da trent’anni s’è stabilito in una bella villa su Carso, sopra Trieste. La sua non è una morte qualunque, né di un uomo qualunque. Avviene in volo, mentre si trova al timone del suo bimotore Reims-Cessna F496 Executive, appena decollato dall’aereocampo di Prosecco, intenzionato a raggiungere l’aeroporto di Bolzano. Invece, appena sopra Aurisina, il velivolo esplode. Sì, il senatore Spechtenhauser era ubriaco fradicio e non dormiva da molte ore, ma la causa non è stata quella: è stata una carica di C4, un esplosivo di uso militare. A scoprirlo sarà il commissario Proteo Laurenti, il personaggio di tutti i romanzi del tedesco, ormai triestino di adozione, Veit Heinichen, nella sua ultima opera Il suo peggior nemico edito come sempre da e/o.
Il commissario Laurenti entra per caso e quasi di malavoglia in questo delitto che si rivelerà essere un intrigo bello e buono. Come sappiamo dai romanzi precedenti, il poliziotto abita in una bella casa sulla costiera del golfo di Trieste, non distante da Aurisina, cioè dove il velivolo di Spechtenhauser è precipitato all’alba. Proprio per questo, dalla questura gli dicono di andare a dare un’occhiata, anche se in un primo momento l’apparenza è quello di un incidente. Vane le resistenze di Laurenti, ancora a letto. Vane perché l’uomo, seppur vittima di un comune incidente, è pur sempre un senatore e la polizia non può lavarsene le mani. Un senatore, tra l’altro, con molti interessi che gli girano intorno. Quali e quanti lo sapremo dalle indagini alle quali il commissario e i suoi colleghi, in particolare due donne, la testarda e pugnace Xenia e la magistrata croata Živa Ravno, amante occasionale di Laurenti, daranno avvio, spesso e volentieri contro e deliberatamente all’insaputa di colleghi delle sezioni giudiziarie di competenza, i quali però sembrano darsi da fare più per apparire e farsi belli con i media che per il reale interesse di scoprire la verità. Da sottolineare che Laurenti, forse facendo proprio il sentire del suo autore, si mostra parecchio sarcastico con il magistrato italiano preposto al caso che sembra più dedito a scrivere romanzi che al suo lavoro in sede giudiziaria.
Parallelamente all’attentato a Spechtenhauser avvengono altre cose, una in particolare: una rapina sull’autostrada nel tratto triestino, in direzione Slovenia e Croazia, di un portavalori. Un colpo effettuato con perizia professionale e uso di mezzi efficaci che avrebbe fruttato ai rapinatori un carico d’oro di ingente valore. Apparentemente, e per una buona parte del romanzo, i due eventi sembrano estranei l’uno all’altro, ma non sarà così. Di più non si può dire, perché “Il suo peggior nemico”, al pari di tutti i romanzi con Proteo Laurenti (protagonista, tra l’altro, di una fortunata serie televisiva in Germania) è tutto giocato sulle indagini del poliziotto e dei suoi colleghi, indagini che, attraverso una serie di incastri con scene che avvengono altrove e in altri momenti, fanno salire la tensione via via che si procede nella storia. Una storia, questa, che tra l’altro ha vari scenari, spostandosi tra l’Alto Adige, la Germania, la Croazia e anche la Puglia, con la Sacra Corona Unita non estranea a quanto è successo. Forse, chissà, facendoci sapere che ciò che unisce Bari a Trieste non è solo il mare Adriatico.
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