Ci sono nel noir internazionale certe regole non scritte. Una di queste afferma che "con Simenon vai sul sicuro": e questo romanzo, Luci nella notte, è l'ennesima riprova di questa legge. Scritto nel luglio 1953 mentre l'autore si trovava a Lakeville, nel Connecticut, è un vero e proprio road movie su carta, all'interno del quale le strade d'America diventano un labirinto affollato di turisti in partenza e in arrivo, un intrico umano dove i personaggi sprofondano, come nell'asfalto incandescente dell'ultimo week-end d'estate, per riemergerne irrimediabilmente cambiati. I protagonisti di questa vicenda sono Steve e Nancy, una coppia più o meno felicemente sposata, che parte per il Maine verso il luogo dove i bambini hanno passato un mese di vacanza. I problemi iniziano quando Steve inizia a bere un goccio di troppo e si incammina lungo quello che egli stesso chiama "il tunnel", una spirale di autodistruzione che ben presto coinvolgerà anche le persone che gli sono più vicine. Lungo la strada capitano diversi inconvenienti, il peggiore dei quali è rappresentato dall'incontro con un uomo appena evaso da carcere di Sing Sing e che cambierà per sempre le loro vite. Il destino ha dunque in serbo molto dolore per questa coppia, ma chissà che dal dolore non possa nascere - anzi, rinascere - qualcosa in grado di ridare serenità a un rapporto ormai logoro. George Simenon tratta questa materia apparentemente banale con la consueta delicatezza e sensibilità, trasformando la vicenda in una storia unica nel suo genere per la profondità con cui esplora il cammino interiore dei personaggi. Lo stile sobrio ma preciso è perfettamente al servizio di questo compito: in particolare le pagine di monologo interiore di Steve mentre sprofonda nel tunnel dell'alcolismo, e cerca di convincersi di non essere ubriaco, sono magistrali e andrebbero studiate da chiunque voglia dedicarsi seriamente alla scrittura. In conclusione un gran bel romanzo, che nelle sue appena 166 pagine racchiude uno spaccato immortale di vita reale. Presto poi sarà possibile vedere questa storia anche al cinema, visto che il regista Cédric Kahn me ha tratto un film con Carole Bouquet e Jean Pierre Darroussin.