Gradito ritorno in edicola per il secondo episodio della trilogia che lo statunitense Tony Hillerman ha dedicato al suo personaggio di Joe Leaphorn, tenente della polizia Navajo. Dopo Il canto del nemico (The Blessing Way, 1970) - apparso in Italia solo ne Il Giallo Mondadori n. 2312 (1993) - la collana I Classici del Giallo Mondadori presenta questo mese, nel numero 1334, Là dove danzano i morti (Dance Hall of the Dead, 1973), già apparso nella collana madre nel n. 1787 (1983).
Ricordiamo che il terzo episodio della serie, Listening Woman (1978), risulta inedito nel nostro Paese, ma Joe Leaphorn ritornerà in altri romanzi giunti anche in Italia, stavolta però in compagnia di un altro poliziotto indiano: Jim Chee.
Dalla quarta di copertina:
Ernesto e George sono amici per la pelle, uno appartiene alla tribù degli Zuni e l’altro è un Navajo. Ora il primo è scomparso lasciandosi dietro una pozza di sangue: probabilmente è stato assassinato. Anche il secondo è scomparso: probabilmente è fuggito dopo aver commesso il delitto. Trovare il cadavere e dare la caccia al sospettato è compito di Joe Leaphorn, tenente della polizia tribale Navajo. Ma a complicare ulteriormente le cose intervengono l’FBI e l’Antidroga, mentre leggi e riti dei nativi americani intralciano le indagini. Mancano solo il furto di alcuni reperti da uno scavo archeologico e l’ira degli spiriti scatenata dalla violazione di un sacro tabù, perché il groviglio diventi inestricabile. Tanto che Joe teme il peggio. Teme che l’assassino ne approfitti per sottrarsi alla giustizia. O per uccidere ancora.
Ecco un estratto:
Il tenente Joe Leaphorn stava sorvegliando una mosca. Avrebbe dovuto prestare attenzione a ciò che Ed Pasquaanti, dietro la scrivania su cui troneggiava la scritta “Capo della polizia Zuni”, stava dicendo con voce chiara e precisa. Ma si trattava di problemi di giurisdizione, e Leaphorn aveva già capito sia l’argomento sia la ragione per cui l’altro ne stava parlando. Pasquaanti voleva essere sicuro che lui, e Cipriano (Orange) Naranjo, vicesceriffo della Contea di McKinley, e J.D. Highsmith, della polizia di Stato, si mettessero bene in testa che le indagini nella riserva Zuni erano compito della polizia Zuni. Leaphorn era d’accordo. Più presto riusciva a squagliarsela, meglio era. La mosca che si era posata sul suo bloc-notes qualche secondo prima lo aveva distratto; adesso avanzava verso il suo dito, torpida come tutti gli insetti condannati dall’inverno. Si sarebbe degnata una mosca Zuni di percorrere pelle Navajo?
Rimpianse subito il pensiero: era un passo indietro verso quell’illogica ostilità che aveva passato l’intera mattina a combattere, dal momento in cui da Ramah, sede del Consiglio della Tribù, gli avevano passato il messaggio che lo aveva condotto fin lì.
Come tutti i messaggi che riceveva da Shiprock, anche quello era stato troppo conciso. Andare subito al villaggio Zuni per collaborare alle ricerche di George Bowlegs, Navajo, quattordici anni. Altri particolari sarebbero stati forniti dalla polizia Zuni, con la quale lui aveva l’ordine preciso di cooperare.
Aveva sentito il sogghigno dell’operatore radio.
“E prima che tu me lo chieda” aveva detto al microfono “sì, è tutto qui. E... no, io non so niente.”
Tony Hillerman (1925-2008), statunitense, dopo aver frequentato le scuole indiane in Oklahoma ed essersi diplomato in giornalismo, è stato direttore di numerose testate e poi titolare della cattedra di giornalismo all’università del New Mexico. Oltre che di saggi sui nativi americani è autore di romanzi gialli di successo, che uniscono alla tecnica sofisticata una resa documentaristica del mondo indiano nel quale sono ambientati. Per la sua produzione poliziesca ha vinto diversi premi, tra cui l’Edgar nel 1974 e l’Agatha alla carriera nel 2002.
All’interno, il racconto Tac di Miller Gorini.
Là dove danzano i morti di Tony Hillerman (I Classici del Giallo Mondadori n. 1334), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Walter Molon
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