Va agli scogli questo Cose nostre – Malavita per la regia di Luc Besson? Bella domanda e ancora più bella la risposta: sembrerebbe sì (ma dipende…).
Un pentito, Giovanni Manzoni ribattezzato Fred Blake (Robert De Niro), una famiglia (Michelle Pfeiffer la madre…), parecchie difficoltà a mantenere quel basso profilo che le circostanze richiederebbero. Risultato? L’agente Tom Quintiliani (Tommy Lee Jones), si sbatte per trovare ogni volta nuove identità e nuova collocazione. Stavolta tocca alla Normandia, dove i Manzoni arrivano con tutti i pregiudizi del caso (tipo: ma il barbecue lo sanno cos’è?).
Scontro di civiltà (ma senza esagerare…) tra italo-americani e francesi, con netta prevalenza dei primi sia per volume di fuoco (a farne le spese commercianti, idraulici, direttori di banca…), sia per un approccio più pragmatico alla vita (lo vuoi? Te lo prendi. Non te lo vogliano dare? Te lo prendi lo stesso…).
Tutti, hanno saputo fare di meglio (Besson, Scorsese che produce…), e il film rimane sospeso tra commedia, azione (per lo più truculenta in maniera a tratti disturbante), tentativi più o meno riusciti di rivisitare in modo ironico il regno dei mafia-movie.
Impossibile sorvolare sul pezzo metacinematografico dove Blake scortato da Quintiliani invitato al cineclub Qualcuno verrà di Minnelli si ritrova invece di fronte a Quei bravi ragazzi di cui è evidente che molto sa. Però Besson consegna il tutto all’ellissi…
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